Author: pierluigimastroserio

GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE DEI RAGAZZI E VII EDIZIONE DEL DON BOSCO DAY

Carissimi/e,
DOMENICA 29 GENNAIO 2023 vivremo insieme la Giornata Missionaria Mondiale dei Ragazzi e la VII Edizione del DB-DAY (DON BOSCO DAY). In onore di questa festa siete tutti invitati (grandi e piccini) a parteciparvi nella città di Cerignola, che si attiverà per la buona riuscita di questa giornata all’insegna della preghiera, della riflessione e del divertimento…

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Visita pastorale – cronaca / 7 – Unità pastorale di Carapelle

FATTI PER LA VITA

Una mattinata della Visita a Carapelle

Questa volta la cronaca della Visita vuole soffermarsi su una sola mattinata, e precisamente quella di sabato 14 gennaio. Il programma prevede la presenza del vescovo Fabio, senza intervalli, in ambienti assai diversi. A volte succede. Si concordano gli appuntamenti e gli orari in base alla disponibilità delle persone da incontrare. E così questa mattina inizia con gli studenti dell’unica scuola superiore del paese, un liceo linguistico, sezione staccata dell’Istituto “Olivetti”. La preside è venuta appositamente dalla sede centrale di Orta Nova. Un saluto cordiale a lei, al fiduciario e ad altri docenti nell’atrio d’ingresso, poi si entra nell’aula magna dove sono già in attesa tutti gli studenti. L’incontro, dal punto di vista didattico, è stato preparato benissimo dalla prof.ssa Annarita Di Conza. I ragazzi espongono in sintesi il lavoro preparatorio che hanno svolto su temi di dottrina sociale cristiana e poi partono con una raffica di domande su questi temi, o su problemi giovanili, oppure sulla situazione della Chiesa nel mondo di oggi e su altro ancora. Il vescovo risponde guardando gli occhi di questi ragazzi, affamati di vita più che di discorsi astratti, e perciò diverse volte, prendendo spunto dalle domande, racconta fatti concreti. Gli studenti seguono con attenzione, in certi momenti si vede sono toccati da ciò che si sta dicendo, ma in sala c’è un’aria distesa, non manca qualche piacevole battuta. Un’ora e mezza vola velocemente. Al momento di tornare in classe, passano davanti al vescovo sorridendo, salutano con semplicità, scherzano tra di loro, come tutti i ragazzi del mondo.

Fuori, è pronta l’auto del parroco. In cinque minuti si arriva in un luogo totalmente diverso. Infatti, è fissata per questa stessa mattina la preghiera comunitaria nel cimitero. Si cantano i salmi delle Lodi mattutine per i defunti, ma il vescovo parla della Pasqua, invita i presenti a ravvivare la fede nella risurrezione. Sta piovigginando, eppure i volti non sono rabbuiati. La Pasqua del Signore fa vedere anche il cimitero in modo diverso. Si è fatto quasi mezzogiorno. Di nuovo in auto con don Claudio Barboni, cinque minuti di strada, il vescovo raggiunge il luogo dell’ultimo appuntamento della mattinata e si ritrova negli ambienti luminosi e colorati della scuola dell’infanzia “Fantasylandia” con tanti bambini che lo accolgono festosi. Nella sala più ampia quelli più grandi cantano, danzano, battono le mani, circondano vivaci e senza alcuna soggezione l’insolito visitatore, le maestre sono felici, lo portano a salutare anche i piccolissimi da 1 a 3 anni in un’altra saletta coloratissima.

Ma come si può passare nella stessa mattinata, quasi senza prendere fiato, in ambienti così contrastanti? Sembrerebbe impossibile. Invece si può, con naturalezza e senza contraddizione. Si può, perché il cristianesimo, in qualunque ambiente, ci ricorda che siamo fatti per la vita. Ci fa apprezzare il dono della vita terrena in tutte le sue fasi. Ci rende sicuri anche dell’altra vita. Ci parla della vita che non muore. Ci apre alla speranza in ogni situazione.

Carapelle, 14 gennaio 2023

Il cronista

Visita pastorale – Cronaca / 6 – Parrocchia Natività – Concattedrale (Ascoli Satriano)

DUE INCONTRI  DUE ATTENZIONI

Durante la visita alla parrocchia Concattedrale di Ascoli Satriano 

 Già durante la scorsa estate il vescovo Fabio è stato per un mese parrocchiano della Concattedrale di Ascoli Satriano, adiacente alla sua abitazione.  L’ambiente, dunque, gli è noto, ma gli è divenuto ancora più familiare durante i giorni della Visita,  ricchi di incontri con tante persone.  In questa breve cronaca, richiamiamo in particolare due incontri, molto diversi, che esprimono due attenzioni pastorali.   Giovedì 15 dicembre verso mezzogiorno la visita al Municipio. Sulla soglia di palazzo Visciola lo attende sorridente la dott.ssa Angela Barbato, che da quasi un anno svolge il compito di  Commissario Prefettizio.  Saliti i gradini dell’imponente scalone, si entra nello studio dove in tempi normali lavora e riceve il sindaco. Ambienti e mobilio raccontano l’antica nobiltà di Ascoli, dalle finestre si scorge la bellezza del panorama.  Però non c’è  sindaco,  il commissariamento che dura già da parecchio attesta una crisi ancora irrisolta. Si chiudono le porte.  Un colloquio lungo e sincero,  al quale insieme al vescovo e  alla dott.ssa Barbato, partecipano il  parroco mons. Mottola, il subcommissario dott.ssa Tirelli  e il segretario comunale scelto ad hoc durante la gestione commissariale.  Un incontro tra persone responsabili che, con ruoli diversi, hanno a cuore il bene comune. Il vescovo ascolta con attenzione, espone con rispetto il suo pensiero,  incoraggia a cercare, senza interessi di parte, ciò che potrà giovare al progresso della città.

Di tutt’altro genere è l’incontro che si svolge nel pomeriggio di sabato 17 dicembre nelle sale della Concattedrale.  Sono stati invitati i portantini delle principali processioni locali.  Si presentano, raccontano perché ci tengono a queste tradizioni,  un papà mostra con orgoglio il giovane figlio che ha deciso di seguire l’esempio paterno in questo servizio devozionale.  Si evidenziano alcuni problemi oggettivi. Il clima tuttavia è sereno,  disponibile al confronto. Il vescovo fa delle proposte, raccomanda la  frequenza alla vita della comunità cristiana,  invita a riflettere sulle soluzioni pratiche di cui si è ragionato  e a intendersi con il parroco. Il saluto finale è cordiale da parte di tutti.

Due incontri, due attenzioni pastorali, una esterna, l’altra interna.  Il dialogo con le autorità civili, senza ingerenze, ma in spirito di collaborazione da ambedue le parti.  La cura  delle tradizioni religiose ascolane, con atteggiamento positivo e propositivo, stimolando a irrobustire la vita cristiana.  La missione della Chiesa è per il bene di tutti.

Ascoli, 18 dicembre 2022

  Il cronista

 

“Nessuno può salvarsi da solo. Ripartire dal Covid-19 per tracciare insieme sentieri di pace” – La Marcia Diocesana della Pace a Cerignola

Si terrà sabato, 21 gennaio 2023, dalle ore 16,30, con partenza dalla piazza antistante la chiesa di Cristo Re, la Marcia Diocesana della Pace, organizzata in occasione della 55a Marcia Nazionale della Pace che quest’anno ha avuto come tappa nazionale Altamura. Il tema scelto per questa edizione è “Nessuno può salvarsi da solo. Ripartire dal Covid-19 per tracciare insieme sentieri di pace”.
“Cosa, dunque, ci è chiesto di fare? – scrive papa Francesco nel Messaggio – Anzitutto, di lasciarci cambiare il cuore dall’emergenza che abbiamo vissuto, di permettere cioè che, attraverso questo momento storico, Dio trasformi i nostri criteri abituali di interpretazione del mondo e della realtà. Non possiamo più pensare solo a preservare lo spazio dei nostri interessi personali o nazionali, ma dobbiamo pensarci alla luce del bene comune, con un senso comunitario, ovvero come un ‘noi’ aperto alla fraternità universale. Non possiamo perseguire solo la protezione di noi stessi, ma è l’ora di impegnarci tutti per la guarigione della nostra società e del nostro pianeta, creando le basi per un mondo più giusto e pacifico, seriamente impegnato alla ricerca di un bene che sia davvero comune. (…) E allora, siamo chiamati – continua il Pontefice – a far fronte alle sfide del nostro mondo con responsabilità e compassione. Dobbiamo rivisitare il tema della garanzia della salute pubblica per tutti; promuovere azioni di pace per mettere fine ai conflitti e alle guerre che continuano a generare vittime e povertà; prenderci cura in maniera concertata della nostra casa comune e attuare chiare ed efficaci misure per far fronte al cambiamento climatico; combattere il virus delle disuguaglianze e garantire il cibo e un lavoro dignitoso per tutti, sostenendo quanti non hanno neppure un salario minimo e sono in grande difficoltà. Lo scandalo dei popoli affamati ci ferisce. Abbiamo bisogno di sviluppare, con politiche adeguate, l’accoglienza e l’integrazione, in particolare nei confronti dei migranti e di coloro che vivono come scartati nelle nostre società. Solo spendendoci in queste situazioni, con un desiderio altruista ispirato all’amore infinito e misericordioso di Dio, potremo costruire un mondo nuovo e contribuire a edificare il Regno di Dio, che è Regno di amore, di giustizia e di pace”.
La Marcia visiterà alcuni luoghi cittadini, significativi durante il periodo pandemico. Ogni tappa illustrerà la testimonianza di uomini e donne che hanno dato un forte segno di speranza, sia durante l’emergenza che nell’attuale contesto di guerra. Ogni gruppo, associazione, parrocchia, durante il percorso, animerà la Marcia con canti e slogan, striscioni e cartelloni. Tutti siamo chiamati a camminare insieme per testimoniare che la pace è possibile e realizzabile: uomini, donne, ragazzi e bambini, accogliendo l’invito di papa Francesco a diventare “artigiani di pace”, possiamo essere segno di cambiamento nel nostro territorio.

Visita pastorale – Cronaca / 5 – Parrocchia San Potito Martire (Ascoli Satriano)

Una Chiesa in ascolto

Il “cantiere sinodale” nella comunità di San Potito

In occasione della prima Visita Pastorale di S.E.R. Mons. Fabio Ciollaro alla comunità parrocchiale di “San Potito martire” in Ascoli Satriano si è tenuto giovedì 1° dicembre 2022 un incontro sinodale con alcuni esponenti delle diverse realtà associative presenti e operanti sul territorio. È stato sin da subito desiderio vivo del Vescovo incrociare gli sguardi e le storie di coloro che, spesso lontani dai nostri ambienti ecclesiali, con generosità danno il loro specifico apporto al bene comune, incontrandoli proprio nei loro spazi.
«Desidero cogliere quest’occasione anche per aprire quei “cantieri sinodali” in diversi ambiti della vita sociale e civile, che la Conferenza Episcopale Italiana propone in questo nuovo anno pastorale, per ascoltare chi a volte non si sente ascoltato o compreso dalla Chiesa»: così si legge nel decreto con cui il vescovo Fabio ha indetto la Visita Pastorale in tutto il territorio della nostra Chiesa diocesana. E così, nel suggestivo auditorium “Santa Maria degli Angioli” si sono alternati gli interventi di chi, a vario titolo, rende la bella Ascoli Satriano una cittadina culturalmente vivace e dinamica: Armando Di Napoli, presidente della sezione di Ascoli dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (ANPI), che, nel suo impegno culturale pacifista, sta promovendo l’ottenimento della medaglia d’oro al valore civile in favore dell’amato Mons. Vittorio Consigliere; Angelo D. Infante, presidente del Centro Studi “Atlantide”, che, come suggerisce il nome stesso, si propone di far “emergere” la cultura, recuperando tradizioni e prassi che hanno forgiato l’identità di un popolo intero; la dott.ssa Alina Capuano, che, nell’esperienza di confronto e di dialogo degli incontri bisettimanali del Caffè letterario, si propone di suscitare la passione per la lettura; il giovane Giuseppe Frisiello, che ha invece raccontato l’esperienza delle compagnie dei “teatranti improvvisati” Junior e Senior, che, nate per volere del Centro Studi “Atlantide”, si prefiggono un vero e proprio cammino di scoperta ed espressione di sé; Francesco Roccia, con la sua associazione Flower’s Child, volta all’insegnamento del suono della batteria; e Laura Flagella, che rappresentava la Power Drum Band, un gruppo di musicisti che da diversi anni animano le serate delle principali piazze del territorio e non solo.
Dopo le presentazioni, il vescovo Fabio ha chiesto ai presenti di guardare alla realtà ecclesiale e di mettere in luce punti di forza e di debolezza, positività e criticità, per poter avanzare qualche proposta concreta. C’è stato chi ha apprezzato la bellezza dell’inclusione di cui la Chiesa è capace, vera e propria casa dove tutti possono partecipare; chi ha sperimentato la disponibilità dei suoi ministri, la cui vita è spesa nella gratuità del dono; chi ha visto nello stile del servizio la cifra di una vita pienamente riuscita; e infine chi ha sensibilmente riconosciuto la capacità di ascolto e di accoglienza che le comunità cristiane vivono nelle parrocchie e sulle strade del mondo. C’è stato chi ha, inoltre, messo in luce le sfide che la Chiesa è chiamata ad affrontare, in particolare rispetto alla delicata questione educativa.
L’ascolto attento è stato, così, un’occasione preziosa di conoscenza e di confronto: con grande affabilità, il Vescovo ha incoraggiato ciascuno a offrire il proprio contributo perché lo scoraggiamento e la fatica non prendano il sopravvento e perché la cultura possa fiorire in una terra, come quella ascolana, da sempre intrisa di storia e di bellezza.

Il cronista

Servizio Civile Universale – Caritas diocesana Cerignola – Ascoli Satriano – Avviso Bando 2022

La nostra Caritas Diocesana vede finanziati 2 progetti in Italia, per un totale di 24 posti. I progetti hanno una durata di 12 mesi. I due progetti sono:

  • Sostenere la speranza-Caritas Cerignola, che prevede l’impiego di 12 volontari (3 per ogni sede), da impiegare nelle seguenti sedi: Casa della Carità, piano san Rocco, snc – Cerignola; Parrocchia sant’Antonio, via Cola di Rienzo, 2 – Cerignola, Parrocchia SS. Crocifisso, via Emilia Romagna, snc – Orta Nova, Parrocchia San Giuseppe, Piazza Padre Pio, snc – Carapelle;
  • Potenziare i processi educativi-Caritas Cerignola, Che prevede l’impiego di 12 volontari (3 per ogni sede) da impiegare nelle seguenti sedi: Centro educativo Diorama, via V Addolorata, 79 – Cerignola; Parrocchia san Francesco d’Assisi/Sostegno scolastico, via sant’Agostino, 12 – Cerignola, Parrocchia san Leonardo Abate, via Stella, 1 – Cerignola, Parrocchia Cristo Re, via Piave, 4 – Cerignola.

La scadenza per le domande da parte dei giovani è fissata al 10 febbraio alle ore 14.00

PADRE NELLA FEDE – Omelia nella celebrazione diocesana per il defunto Papa emerito Benedetto XVI

In foto, il vescovo Fabio presso la salma di papa Benedetto.

 

PADRE NELLA FEDE

Omelia nella celebrazione diocesana per il defunto Papa emerito Benedetto XVI

Duomo di Cerignola, 4 gennaio 2023

 

  1. Un bisogno del cuore ci porta a raccoglierci in questa celebrazione diocesana, alla vigilia delle esequie del defunto Papa emerito Benedetto. Ieri sono stato a Roma a inginocchiarmi vicino alla sua salma e spiritualmente vi ho portato con me, raccomandando alla preghiera di papa Benedetto la Chiesa universale in questo frangente della storia, la nostra diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano, il ministero dei nostri sacerdoti e il mio servizio episcopale in mezzo a voi. Oggi ci ritroviamo per lui in questo Duomo, a conferma di ciò che egli ci ha detto: “Chi crede non è mai solo, non lo è nella vita e neanche nella morte”. Noi confidiamo che il suo cuore abbia potuto sperimentare questa dolce certezza nell’ora del suo passaggio all’altra vita, e che ancor di più lo sperimenti adesso mentre tutta la Chiesa prega perché la sua anima, purificata dalle scorie terrene, gioisca per sempre nella visione beatifica del cielo.

Ci colpisce il fatto che il vangelo di oggi, 4 gennaio, nel racconto giovanneo sull’incontro dei primi discepoli con Gesù, riporti quella parola singolare che il Signore rivolse al pescatore Simone: Fissando gli occhi su di lui, disse: Tu sei Simone, figlio di Giovanni. Ti chiamerai Kefa, che vuol dire pietra. Era la prima volta che s’incontravano. Simone era un uomo con i piedi ben piantati per terra, forse era andato un po’ scettico a vedere questo nuovo predicatore, di cui il fratello Andrea gli aveva parlato con tanto entusiasmo. Ma ora si sente guardato in profondità e ascolta un po’ stranito quello che Gesù gli dice: Tu sei Simone, figlio di Giovanni, cioè so chi sei e a chi sei figlio, so come sei, la tua indole, la tua sincerità e anche i tuoi punti deboli, conosco tutta la tua vita in ogni aspetto. Tu, proprio tu, ti chiamerai Kefa, un nome aramaico, dialettale, che l’evangelista si affretta a tradurre per noi. Ti chiamerai Kefa, che vuol dire pietra. Né Simone né gli altri in quel momento capirono perché quel cambiamento di nome. Ma intuirono che Gesù aveva un progetto particolare su di lui. Quel nome indicava una missione, che al momento giusto sarebbe apparsa chiara. Non certo per la fermezza del suo carattere, che anzi gli difettava; bensì in forza del mandato a lui affidato, Simone sarebbe divenuto Kefa, la solida roccia che avrebbe sostenuto la fede degli altri apostoli e della Chiesa fondata da Cristo.

  1. Fissando gli occhi su di lui, disse: Tu sei Simone, figlio di Giona, ti chiamerai Kefa, che vuol dire pietra. C’è stato un giorno in cui questa parola evangelica si è compiuta anche per il cardinale Joseph Ratzinger. Sotto le volte della Cappella Sistina, con sgomento ha sentito risuonare il suo nome tante volte, man mano che procedeva lo spoglio delle votazioni, fino al momento in cui gli è stata posta la domanda cruciale: Accetti l’elezione? Negli anni precedenti, raggiunti i limiti di età, aveva pregato più di una volta Giovanni Paolo II di sollevarlo dai suoi compiti a Roma, ma il papa gli aveva chiesto di restare accanto a lui fino alla fine. Morto Giovanni Paolo II, ormai pregustava il giusto riposo e non vedeva l’ora di tornare finalmente nella sua terra, in Baviera. E invece a 78 anni si sente porre quella domanda tale da far tremare a chiunque le vene e i polsi: Accetti?   Umanamente avrebbe preferito altro, ma in quel momento i segni erano chiari: proprio a lui veniva chiesto di succedere a Giovanni Paolo II e di assumere il mandato dell’Apostolo Pietro. E lo vedemmo apparire al balcone della basilica in piazza San Pietro, con il nuovo nome di Benedetto XVI, timido e stupefatto, facendosi coraggio con pensieri di fede, e presentandosi sinceramente come un umile lavoratore nella vigna del Signore.

Tu sei Simone, figlio di Giovanni. Scegliendo il pescatore di Galilea, Gesù sapeva bene come era fatto, con i suoi pregi e i suoi punti deboli, ma ha voluto proprio lui come Roccia della Chiesa. Noi, invece, non conoscevamo il nuovo Papa o lo conoscevamo solo attraverso le immagini distorte che davano di lui i mezzi delle comunicazioni sociali, distorsioni che purtroppo hanno continuato a diffondere implacabilmente. Ma egli non si è fermato a raccogliere i sassi e a rilanciarli. Nella sua mansuetudine non reagiva, come Gesù: oltraggiato non rispondeva con oltraggi e soffrendo non minacciava vendetta. Invece, finché le forze fisiche lo hanno accompagnato si è dedicato totalmente alla missione ricevuta, come Pastore e Maestro della Chiesa, ma anche come sereno interlocutore di chi cerca di camminare nella vita alla luce della ragione.

Il compito fondamentale di ogni successore di San Pietro è sempre identico, ma ogni Papa lo svolge con le sue personali caratteristiche. Così Joseph Ratzinger ha messo a servizio di tutti lo specifico carisma che il Signore gli aveva dato in abbondanza e che sempre lo ha contraddistinto:  l’intelligenza penetrante unita al dono di saper insegnare in modo cristallino. Lo sapevano bene i giovani studenti che facevano ressa intorno alla sua cattedra, tanto che le aule universitarie non riuscivano mai a contenere tutti quelli che volevano seguire i suoi corsi. Sapevano l’ordito inconfondibile delle sue lezioni, la sua capacità di far affiorare le domande che l’intelligenza pone alla fede, la forza della logica e delle sue argomentazioni, il linguaggio limpido e piano, con sfumature a volte di poesia e di bellezza. Ma conoscevano anche la sua modestia, l’assenza di ogni sussiego, la gentilezza con cui si rapportava con chiunque.

E così lo abbiamo conosciuto anche noi, negli anni del suo pontificato. Quanta sicurezza e profondità nei suoi insegnamenti! Quanta fiducia in Dio, quanta speranza sapeva alimentare in noi nonostante le diagnosi lucidissime di cui era capace riflettendo sulle situazioni attuali! Egli è stato veramente Kefa, la solida roccia che ha sostenuto la nostra fiducia sempre vacillante. Sentivamo in Lui la gioia della fede, nutrita di preghiera, ancorata a ciò che non è mutevole e caduco. Sentivamo in lui l’amore per la Chiesa, per le ricchezze spirituali della liturgia, per il cielo stellato dei santi, per la bellezza che il cristianesimo ha generato in ogni espressione artistica, per la testimonianza di carità e di servizio di tanti discepoli di Gesù. E proprio perché amava la Chiesa, ha saputo chiamare per nome e ha affrontato con risolutezza la sporcizia, con cui l’hanno deturpata quei sacerdoti infedeli e corrotti, di cui si sono manifestati i peccati e i reati. Ma ciò non ha scalfito mai la sua fiducia nel bene, che è più grande del male. Così come il pensiero debole, tipico della cosiddetta società liquida, non ha scalfito mai la sua fiducia nella forza della ragione, e da qui è scaturito quell’incoraggiamento che egli ha dato in tante occasioni a non rinunciare all’uso della ragione, a non amputare la nostra intelligenza, a non restringerne l’orizzonte di ricerca e di riflessione. Ecco perché anche persone agnostiche ma oneste o atee ma oneste hanno espresso gratitudine per la “luce gentile” che promanava dalle sue parole.

Poi è venuto un insegnamento del tutto inatteso, derivante dalla sua meditata rinuncia al pontificato. Era una possibilità espressamente prevista dal diritto canonico, ma rarissima fino ad oggi nella lunga storia della Chiesa. Passato lo sconcerto iniziale, abbiamo compreso sempre meglio il suo coraggio e la sua umiltà nel compiere un passo così. Aveva constatato che la vita si va allungando, ma avvertiva che le sue forze fisiche diminuivano  sempre più, e cominciò a interpretarlo  come un nuovo segno che gli veniva dato. In quel periodo interrogò più volte la sua coscienza sensibile e matura, cioè interrogò il Signore, e con la calma che nasce quando le decisioni si prendono veramente in coscienza e davanti a Dio, fece la sua scelta. La fece per il bene della Chiesa, senza ritenersi insostituibile, riaffermando la sua fiducia nel Signore. “Ho sempre saputo – disse allora – che la barca della Chiesa non è mia, non è nostra, ma è sua. E il Signore non la lascia affondare, è lui che la conduce”. E da allora un affetto ancora più grande verso papa Benedetto è cresciuto dentro di noi.

  1. In questi ultimi anni, vissuti in modo silenzioso, appartato e modesto, una cosa sola lo ha fatto soffrire: che il suo nome venisse contrapposto strumentalmente al nuovo Papa o venisse usato a pretesto per delegittimarlo. Invece abbiamo visto tutti il rispetto, la lealtà, il sostegno che il papa emerito ha dato a papa Francesco, mentre al tempo stesso siamo stati edificati dall’amore e dalle attenzioni che papa Francesco ha avuto verso papa Benedetto e dall’alta stima che in tante occasioni ha testimoniato nei suoi riguardi. Fratelli sacerdoti e voi tutti, figli e figlie di questa diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano, accogliamo con gratitudine anche questo suo ultimo insegnamento. Noi siamo con il Papa. Non è questione di simpatia o di affinità maggiore o minore verso l’uno o verso l’altro. Noi siamo con il Papa perché è il Successore di Pietro. A Lui è stato detto: pasci le mie pecorelle. Oggi il Successore di Pietro è papa Francesco. Dunque, non lasciamoci incantare da sofismi. Il Papa è il Papa. Intorno a lui ci stringiamo in unità. Tutti possiamo dare il nostro contributo alla vita della Chiesa, ma papa Francesco, per usare un’immagine, ha il compito di indicare la rotta nella navigazione odierna, la direzione più adatta nel nostro tempo. Il patrimonio fondamentale della fede, come sappiamo, è invariabile, né può essere manipolato a piacimento da un papa, da un vescovo o da un prete. Però, salva la sostanza, può variare il modo di proporlo, si possono valutare con saggezza le priorità nelle scelte pastorali, si può individuare la linea concreta da seguire per aprirsi alle situazioni contingenti, per cercare sempre il bene delle anime, perché questo deve stare a cuore a ogni pastore. Resta la luce del Vangelo, restano lo spirito e la lettera del Concilio Vaticano II, in un’ermeneutica di continuità con il magistero precedente, resta la nostra docilità verso il Pastore della Chiesa di oggi, seguendo il cammino che papa Francesco ci indica. Noi siamo con il Papa, lo amiamo e desideriamo fare tesoro dei suoi insegnamenti. Anche in questo onoreremo la memoria del defunto pontefice emerito e ne seguiremo l’esempio.

Con questi pensieri e questi propositi, desideriamo salutarlo con filiale devozione nel suo passaggio all’altra vita. Senza voler prevenire il giudizio che a suo tempo potrà essere dato da coloro a cui compete, mi viene spontaneo rivolgermi a papa Benedetto con l’inno dei santi pastori e dottori della Chiesa:

Maestro di sapienza

e Padre nella fede

tu splendi come fiaccola

nella Chiesa di Dio.

Tu illumini ai credenti

il mistero profondo

del Verbo fatto uomo

per la nostra salvezza.

Tu guidaci alla vetta

della santa montagna,

dove i miti possiedono

il regno del Signore.

 

Non si intravede in queste strofe il suo profilo? Non si intravedono il suo magistero, la sua umiltà, la sua mitezza? Così lo abbiamo conosciuto, così ringraziamo il Signore di avercelo donato. A lode di Cristo. Amen.

 

+ Fabio Ciollaro

(In foto, il vescovo Fabio presso la salma di papa Benedetto)