Author: pierluigimastroserio

Graduatorie provvisorie del progetto di servizio civile universale “Stare dentro i processi educativi-Caritas Cerignola”.

Graduatorie provvisorie (in attesa di essere validate dal Dipartimento) del progetto di servizio civile universale “Stare dentro i processi educativi-Caritas Cerignola”.
I candidati sono classificati secondo il codice identificativo che trovano nella propria domanda,  associato al codice sede che trovano sempre nella stessa domanda”.

Per essere “promotori della cultura della vita”

Il Parlamento Europeo, con una risoluzione approvata l’11 aprile scorso, ha chiesto che la scelta di abortire liberamente sia inserita nella “Carta dei diritti fondamentali” dell’Unione Europea. Di fronte a questo inedito scenario, in tema di diritti umani fondamentali, vi è da chiedersi: dove sono i diritti del concepito? dov’è il suo diritto a vivere?

Riconoscere l’aborto, mettere fine ad una vita, contrasta con la “Dichiarazione Universale dei Diritti dell’uomo” e con i principali trattati vincolanti, oltre che con la giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo e della Corte di giustizia dell’Unione Europea. Inoltre è da ricordare che, a partire dalla Conferenza del Cairo del 1994, gli Stati si sono impegnati ad adottare misure appropriate per aiutare le donne a scongiurare la scelta dell’aborto.

Per tali ragioni, l’Ufficio Diocesano di Pastorale Familiare ed il Consultorio Familiare Diocesano “Zelia e Luigi Martin” sentono il bisogno di intervenire in merito, invitando tutte le famiglie della nostra comunità diocesana ad esprimere – distanti da qualsiasi ideologia di pensiero o politica, ma solo ed esclusivamente in ragione del loro essere comunità fondate sull’amore e sul rispetto della dignità di ogni loro membro – la propria contrarietà all’aborto, in piena comunione con papa Francesco: “Un approccio contraddittorio – ha scritto il Pontefice – consente anche la soppressione della vita umana nel grembo materno in nome della salvaguardia di altri diritti. Ma come può essere terapeutico, civile, o semplicemente umano un atto che sopprime la vita innocente e inerme nel suo sbocciare? Io vi domando: è giusto ‘fare fuori’ una vita umana per risolvere un problema? È giusto affittare un sicario per risolvere un problema? Non si può, non è giusto ‘fare fuori’ un essere umano, benché piccolo, per risolvere un problema. È come affittare un sicario per risolvere un problema” (Francesco, Udienza generale, 10 ottobre 2018).

L’invito è a continuare senza indugio a farsi sempre e con convinzione “promotori della cultura della vita” in ogni ambito:

  • nelle proprie case, luogo primario dell’educazione delle future generazioni, affinché restino ben saldi i valori del rispetto della vita e della dignità umana, fin dal concepimento;
  • nella società e verso le istituzioni perché tutti si prodighino per educare non all’aborto, ma alla “convinzione che ogni essere umano è sempre sacro e inviolabile, in qualsiasi situazione e in ogni fase del suo sviluppo” (Dicastero per la Dottrina della Fede, Dignitatis Infinita, 2 aprile 2024) e per aiutare quelle donne che, in situazioni di sofferenza e di difficoltà, si trovano nella condizione di non poter crescere un figlio, affinché si abbia cura di accompagnarle sia durante la gravidanza sia dopo la nascita attraverso supporto psicologico e politiche di sussidio volte a salvaguardare la vita della madre e del nascituro e mai a scegliere l’aborto come soluzione.

La vita non è mai un problema! In una società che registra il dilagare del dramma della denatalità, che svilisce e strumentalizza la sessualità umana, che è sempre più concentrata su pretese individualistiche e ideologiche, c’è una nuova vita concepita nel grembo di una donna, che grida il suo diritto a vivere, ad essere difesa, a diventare una persona, a realizzare i suoi sogni e i suoi progetti, ad amare… semplicemente a vivere!

IL PAPA E QUEL DIPINTO DEL PERUGINO

Al  clero e ai fedeli della diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano

prot. 95/24

Carissimi,

rientrando in sede, sento il bisogno di condividere subito con voi ciò che ho vissuto nei giorni scorsi. Da lunedì 15 a venerdì  19 aprile con i vescovi  di tutte le diocesi pugliesi sono stato a Roma  per la Visita al Limina Apostolorum.  E’ un appuntamento a cui, a turno, sono tenuti periodicamente tutti i vescovi del mondo per  venerare le tombe dei santi Pietro e Paolo, per incontrare il Papa, per presentare una relazione dettagliata sulla vita diocesana e  per visitare i vari dicasteri della Curia romana.

 

Nei vari Dicasteri  ho potuto conoscere  le persone che aiutano il Papa nella guida della Chiesa universale.  Essi leggono le relazioni  che si invia nelle settimane precedenti alla Visita e  ne fanno delle sintesi. Con loro si è sviluppato un dialogo, in base alle rispettive competenze: ci siamo confrontati, ad esempio,  sull’evangelizzazione, sul culto divino, sul servizio della carità, sulla vita del clero, sui problemi del nostro territorio, sulle comunicazioni sociali ecc.  Passare da un Dicastero all’altro, in un programma molto fitto,  ha assorbito ogni giorno la maggior parte del  nostro tempo. Per me personalmente il frutto di questi incontri è stato sentire maggiormente l’universalità della Chiesa Cattolica, in cui s’inserisce anche la  nostra cara comunità diocesana.

 

Il pellegrinaggio alle tombe degli Apostoli  caratterizza la Visita dei vescovi a Roma.  Era pomeriggio inoltrato quando noi siamo arrivati a S.Paolo fuori le Mura. Gli ultimi raggi prima del tramonto facevano scintillare i mosaici dorati dell’abside dove abbiamo celebrato l’Eucarestia. Poi siamo scesi al luogo dove si venera il sepolcro dell’Apostolo Paolo.  Sembrava di sentire la sua voce: sono stato afferrato da Cristo !  (Fil 3,12) Tutta la sua vita, dopo la conversione, si spiega proprio così.  Di primo mattino, invece, nei giorni seguenti, siamo scesi nelle Grotte Vaticane, per venerare il sepolcro dell’Apostolo Pietro, che fin dal 1° secolo d.C. è proprio lì sotto, dove poi è sorta la basilica che porta il suo nome.   Abbiamo recitato il Credo, chiedendo la grazia di mantenere nella fede di Pietro noi stessi e le singole Chiese  che ci sono state affidate. Ho pensato a tutti voi. A rendere presente la nostra diocesi c’era anche mons.Galantino, che ho salutato con piacere.

 

L’incontro con il Papa, in quella stessa mattinata di giovedì 18 aprile,  è stato il naturale prolungamento del Credo recitato sulla tomba dell’Apostolo. Pietro, infatti, vive  nella persona dei suoi Successori.   Con questo senso di fede e con una certa emozione siamo saliti per l’udienza. Il Papa ci attendeva sulla soglia della sua Biblioteca privata e ci ha salutato affabilmente ad uno ad uno. Poi ci ha fatto accomodare intorno a lui. Per un’ora e mezza ci  ha dato la possibilità di porgli delle domande oppure di manifestargli liberamente quello che volevamo dirgli. Io gli  ho raccontato un fatto  simpatico accaduto ad un giovane della nostra diocesi, riguardante il tema della trasmissione della fede alle nuove generazioni.  Traendo spunto da ciò che ognuno di noi gli diceva, papa Francesco esprimeva le sue considerazioni oppure rispondeva alle domande,  sottolineando ciò che gli premeva maggiormente e sostenendoci nella nostra missione di vescovi nel mondo di oggi.

Mentre parlava, lo guardavo da vicino, in quell’abito bianco  che crea quasi un alone  di luce. Il suo volto era sereno, nonostante tutto quello che deve affrontare quotidianamente.  Solo la voce era un po’ fioca per i noti problemi di respirazione. Ci invitava ad andare avanti senza abbatterci, ci raccontava che ogni giorno lui recita la preghiera di S.Tommaso Moro per la grazia del buon umore e ci invitava a fare altrettanto. Continuavo a guardarlo con meraviglia, pensando al carico enorme che deve reggere alla sua età.   Guardavo lui e guardavo il celebre dipinto appeso alle sue spalle: il Cristo Risorto di Pietro Perugino, quello che si vede spesso in televisione quando mostrano le immagini delle udienze nella Biblioteca privata  del Palazzo Apostolico.  I miei occhi andavano dal Papa  a quel bellissimo Cristo Risorto, e viceversa. Ecco che attraverso l’incontro con il Successore di Pietro noi venivamo ricondotti al punto focale: a Gesù risorto e vivo, da cui ha avuto inizio  e in cui ritrova slancio la missione della Chiesa.  Sono uscito dall’udienza felice per questa rinnovata certezza e con  gioia ne rendo partecipi tutti voi!

Cerignola, 20 aprile 2024

                                      Il vostro vescovo

                                      + Fabio

 

 

 

“Al cuore della democrazia” – Verso la cinquantesima Settimana Sociale dei Cattolici in Italia

Si svolgerà giovedì, 18 aprile 2024, a partire dalle ore 19,30, nel salone “Giovanni Paolo II” della Curia Vescovile di Cerignola (piazza Duomo, 42), l’incontro organizzato dall’Ufficio Diocesano di Pastorale Sociale e del Lavoro, dalla Caritas Diocesana e dal Progetto Policoro sul tema “Al cuore della democrazia”, eco a livello locale dell’argomento scelto per la cinquantesima Settimana Sociale dei Cattolici in Italia che si svolgerà a Trieste dal 3 al 7 luglio prossimi: interverrà don Bruno Bignami, direttore nazionale dell’Ufficio della Conferenza Episcopale Italiana per i Problemi Sociali e il Lavoro. Durante l’incontro sarà illustrata la Buona Pratica Diocesana che il Comitato organizzatore per le Settimane Sociali ha selezionato per Trieste: il Centro Educativo “Diorama”, la cui operatività sarà presentata dalla dott.ssa Francesca Colopi, assistente sociale del Centro.

Anticiperanno gli interventi i saluti di mons. Vincenzo D’Ercole, vicario generale della diocesi, del dott. Francesco Bonito, sindaco di Cerignola, di don Pasquale Cotugno, direttore della Caritas Diocesana, del dott. Gaetano Panunzio, direttore dell’Ufficio Diocesano di Pastorale Sociale e del Lavoro. Modererà l’incontro Antonio Mogavero, animatore di comunità del Progetto Policoro.

L’incontro costituirà una preziosa occasione per presentare il calendario completo della Settimana Sociale Diocesana che si svolgerà dal 30 aprile al 2 maggio, la cui programmazione prevede una tappa a Rocchetta Sant’Antonio.

Il ritorno dell’icona di Ripalta a Cerignola

Come da tradizione, nel sabato in albis, il prossimo 6 aprile, l’icona della Madre di Dio, venerata in loco con il titolo di “Madonna di Ripalta”, sarà riaccompagnata dall’omonimo santuario, posto sulla ripa-alta del fiume Ofanto a circa nove chilometri dal centro abitato, nella cattedrale di Cerignola.

Dopo i mesi invernali e al termine dei pellegrinaggi confraternali che stanno animando nella settimana in albis le celebrazioni vespertine nel Santuario diocesano, l’appuntamento mariano tanto atteso dai fedeli che, dopo la consistente partecipazione al tragitto campestre, affollano il percorso cittadino, si svolgerà secondo il seguente programma:

ore 8: santa messa a devozione dell’Arciconfraternita Maria SS. Assunta in cielo; ore 9,30: il Rettore celebra la santa messa a devozione del Pio sodalizio dei portantini; ore 11: santa messa presieduta dal vescovo Fabio Ciollaro e concelebrata dai sacerdoti della città; ore 12,15: inizio del pellegrinaggio; ore 14,30: arrivo alla cappella della “Salve Regina”; ore 16: partenza dalla cappella della “Salve Regina”; ore 17: arrivo alla cappella de “Le Pozzelle”; ore 17,30: partenza dalla cappella de “Le Pozzelle”; ore 19,45: arrivo al Piano delle Fosse; ore 20: canto del Vespro nella chiesa parrocchiale di San Domenico; ore 20,30: solenne processione per le seguenti vie cittadine: piano San Rocco, via Modena, via Don Minzoni, piazza Zingarelli, corso Gramsci, corso Garibaldi, basilica cattedrale di San Pietro Apostolo.

Domenica, 14 aprile, alle ore 20,30, concerto pasquale e mariano del coro diocesano, diretto dal m.o don Vito Lapace in cattedrale.