Programma per il ritorno dell’Icona di Maria Santissima di Ripalta
Ritorno dell’Icona di Maria Santissima di Ripalta

Programma per il ritorno dell’Icona di Maria Santissima di Ripalta
C’è una certezza che riecheggia nella liturgia di Pasqua. Riecheggia in molti modi, nelle Letture, nelle orazioni, nei canti. Una certezza affermata esplicitamente nella Sequenza pasquale, cioè nell’antico poema liturgico che è stato cantato poco fa, prima del Vangelo: Scimus Christum surrexisse a mortuis vere. Sì, ne siamo certi: Cristo è davvero risorto. Scimus,cioè lo sappiamo. E’ un dato acquisito, un punto fermo. E’ la certezza fondamentale del cristianesimo. Una certezza umile, perché non proviene da noi, ma dalla realtà. Una certezza umile, perché la proclamiamo senza vani trionfalismi, ma semplicemente per rendere omaggio alla verità. Se il sole risplende, non è merito nostro dire che c’è. La verità è forte in se stessa, non in base a chi la riconosce e la comunica.
Sì, ne siamo certi: Cristo è davvero risorto.
Questa certezza richiede l’assenso della fede, ma è una fede ragionevole. Supera la ragione, ma non la contraddice. Con la ragione, infatti, è possibile rispondere alle obiezioni, che sostanzialmente si riducono sempre a due, e che talora vengono ripetute più per pregiudizio che per ricerca serena della verità. La resurrezione di Cristo non è un astuto inganno e neppure una suggestione o un’allucinazione. Se si esaminano i fatti in modo spassionato, si può capire che essi non stati manipolati, ma semplicemente raccontati. Sussistono piccole divergenze su dettagli secondari, ma concordanza sull’essenziale. Chi vuole studiare seriamente le testimonianze sulla risurrezione, riscontrerà che esse sono molteplici, convergenti e attendibili. Gli Apostoli stessi erano riluttanti a credere, ma hanno dovuto arrendersi all’evidenza. Erano bloccati dalla paura, e all’improvviso diventano coraggiosi annunciatori della risurrezione. Ne sono talmente sicuri che si giocano la testa per continuare ad annunciarlo: continuano a proclamarlo con franchezza anche a costo di rimetterci la vita, e muoiono martiri proprio per questo.
Afferma l’Apostolo Paolo : “Vi ho trasmesso dunque, anzitutto, quello che anch’io ho ricevuto: che cioè Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture, fu sepolto ed è risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture (1 Cor 15, 3-4). E lo dice lui, che era stato nemico acerrimo del nascente cristianesimo, accanito persecutore dei primi discepoli di Gesù, ma si era convertito, riconoscendo la verità della resurrezione di Cristo e la stupenda bellezza del Vangelo, e da allora in poi ne era divenuto instancabile missionario, e in questa fede era rimasto saldo anche dinanzi al ceppo dove venne decapitato, sulla via di Ostia antica, fuori le mura di Roma.
Sì, ne siamo certi: Cristo è davvero risorto.
Questa semplice e nitida certezza acquisita dagli Apostoli è stata trasmessa ai loro successori, i vescovi. Così, di generazione in generazione, è giunta intatta fino ai nostri giorni. E l’attuale vescovo di Cerignola-Ascoli Satriano l’ha ricevuta, e da questa Cattedrale umilmente, ma con sicurezza, la rilancia. Questo è per antonomasia l’ eu-anghellion, il cuore della lieta notizia cristiana. Annuncio felice e non ingannevole; annuncio della Pasqua, che ho la gioia di gioia di ripetere a voi oggi, come l’ho rivolto a tutti nel Messaggio diffuso nei giorni scorsi. Annuncio che esprime anche la mia personale esperienza cristiana: “Pasqua vuol dire che in fondo al tunnel c’è sempre una luce. Pasqua vuol dire che ogni dolorosa passione alla fine può trovare senso. Pasqua vuol dire che la morte non è l’ultima parola. Pasqua vuol dire che le forze del male, per quanto sembrino potenti, alla fine non prevarranno.” [1] Amen. Alleluia
+ Fabio Ciollaro
[1] Messaggio del Vescovo alla città di Cerignola per la Pasqua 2023
O Redemptor, sume carmen Temet concinentium
O Redentore, accogli l’inno di coloro che cantano a Te
A Lui, al nostro Redentore, si riferiscono le Letture bibliche che sono state proclamate in questa celebrazione. E’ Lui l’Unto di Jahvè, preannunciato dal profeta Isaia, inviato a portare il lieto annunzio ai miseri e a fasciare le piaghe dei cuori spezzati. Di Lui ci ha parlato il libro dell’Apocalisse, ricordandoci che ha fatto di noi un regno, sacerdoti per il suo Dio e Padre. E’ Lui che nella sinagoga di Nazareth, come abbiamo ascoltato nel vangelo, apre il rotolo, trova il passo dove era scritta l’antica profezia, e con la semplicità e la forza che provengono dalla verità dichiara che quelle parole si sono compiute nella sua persona e nella sua missione sulla terra.
O Redemptor, sume carmen Temet concinentium.
Te-met, proprio Te. Il rafforzativo evidenzia il vero Protagonista di questa Messa Crismale, il Signore Gesù, Colui che da inizio e porta a compimento la nostra fede. E’ Lui l’Autore dei sacramenti, il Fondatore della Chiesa, il suo Capo, il suo perenne, invisibile centro, il suo insostituibile, divino Maestro. A Lui canta con amore la Chiesa sua sposa, diffusa nel mondo intero in comunione con il Papa, e raccolta in questa Cattedrale, intorno al Vescovo, visibile centro di unità della nostra Chiesa diocesana di Cerignola-Ascoli Satriano.
O Redemptor, sume carmen Temet concinentium.
A Lui elevate il canto di gratitudine, voi presbiteri, che stasera rinnovate nelle mie mani le promesse della vostra Ordinazione sacerdotale. Voi più anziani, che ci date esempio di fedeltà; voi sacerdoti più giovani che da poco tempo siete stati immessi nel solco del sacro ministero, sognato e preparato negli anni del Seminario; e voi, preti in età matura, che siete chiamati ogni giorno a portare il peso delle responsabilità, e che ogni giorno rinnovate il proposito di dedicarvi con generosità al Signore e alla gente. So quali sono le vostre fatiche quotidiane, specialmente in questa fase della storia. So quanto vi contristi l’indifferenza religiosa di molti, ma so anche quale gioia intima vi allieti quando scoprite che, nonostante tutto, anche nella nostra difficile epoca ci sono cuori che si aprono alla grazia di Dio. E lo vado constando anch’io con voi durante la Visita Pastorale.
Coraggio, fratelli miei sacerdoti. Stasera, e ancor più domani, Giovedì Santo, ricordatevi che il Signore vi ha scelto. Ricordatevi il vostro innamoramento per Lui, quell’innamoramento che si è acceso delicatamente nel vostro cuore, quando avete percepito la vocazione sacerdotale, sancita poi e autenticata dalla voce della Chiesa. Ricordatevene sempre, e andate avanti con questo canto di gratitudine immensa nella vostra anima.
O Redemptor, sume carmen Temet concinentium.
Così cantate anche voi religiosi e religiose consacrati totalmente a Lui; voi, diaconi permanenti, chiamati ad aiutare il Vescovo e i presbiteri in vari compiti, e specialmente nel servizio della carità; e voi tutti, figli e figlie di questa nostra diocesi, voi operatori pastorali, che collaborate in tanti modi nelle parrocchie; voi laici adulti che vi sforzate di portare anche nel lavoro e nei vari ambienti che frequentate un po’ del profumo di Cristo; voi giovani che non vi lasciate condizionare e volete avere Gesù come amico. Inneggiamo tutti a Colui che ci ama.
Tra poco verranno portati all’Altare i nuovi Oli da benedire, l’olio dei catecumeni, l’olio degli infermi e l’olio del sacro Crisma. In quel momento, mentre verranno recati gli Oli, considerate quanti doni ci ha fatto e ci fa la bontà del Signore, e allora, ognuno di noi con le vibrazioni del proprio cuore, e tutti insieme all’unisono col Vescovo, cantiamo con riconoscenza e con amore l’inno che la Chiesa pone oggi sulle nostre labbra: O Redemptor, sume carmen Temet concinentium. Amen, gloria a Te, Signore!
+ Fabio Ciollaro
On line la pagina diocesana di Avvenire del 2 Aprile 2023
On line il mensile Segni dei Tempi del mese di Aprile 2023
Possiamo far finta di non capire. Oppure possiamo riflettere con serietà su ciò che avviene e trarne indicazioni pratiche. Sta arrivando la Pasqua, e vogliamo viverla in tutta la sua pienezza. Non possiamo, tuttavia, mettere la testa sotto la sabbia, come gli struzzi. Recenti blitz e molti arresti hanno manifestato ancora una volta che un numero troppo alto di cerignolani vive male. Tra le varie attività della malavita locale prospera il traffico di droga. Cose risapute. C’è un particolare però che non possiamo ignorare: lo spaccio ha tanti clienti qui sul posto, e non si tratta solo di giovani! Sarebbe comodo pensarlo, per scaricare su di loro il problema. Ci sono invece anche i “grandi” e sono di più di quello che ci aspetteremmo. Il consumo di stupefacenti è diffuso anche tra gli adulti. Se c’è tanto spaccio in città, significa che c’è tanta richiesta, anche con modalità più ovattate. I ragazzi vanno senz’altro aiutati, perché cadono per fragilità o per condizionamenti di gruppo. E non mancano a Cerignola tentativi per aiutarli, da parte della Chiesa o di altre agenzie educative. Ma cosa pensare degli adulti che consumano droga? Lo fanno per passare qualche serata “brillante”? O cercano negli stupefacenti un sostegno per affrontare gli impegni e i problemi della vita?
Ecco il punto. Perché anche persone adulte fanno uso di cocaina, marjuana e hashish? Lo so, a noi non mancano le parole quando vogliamo giustificarci a buon mercato. E ci viene facile la frase emblematica: che male c’è? Ma l’auto-assoluzione non lascia serene la coscienza e la vita. Queste sostanze, anche se non portassero danno alla salute fisica (ipotesi molto fantasiosa), certamente arrecano danno alla nostra salute psicologica e spirituale, perché indeboliscono o alterano le nostre facoltà più propriamente umane, cioè l’intelligenza e la volontà.
Che c’entra dunque tutto questo con la Pasqua? C’entra! Perché la fede, quando è autentica, non è “oppio”, ma forza inesauribile. Non è illusione per stordirci e dimenticare i problemi, ma riserva di coraggio e di speranza. Dunque, si tratta di scegliere: la cocaina o la Pasqua? Pasqua è la certezza che in fondo al tunnel c’è sempre una luce. Pasqua vuol dire che ogni dolorosa passione alla fine può trovare senso. Pasqua vuol dire che la morte non è l’ultima parola. Pasqua vuol dire che le forze del male, per quanto sembrino potenti, alla fine non prevarranno. Proprio per questo a Pasqua tutti siamo invitati a riorientare la nostra vita. Siamo invitati a celebrare con gioia i sacramenti pasquali. Siamo invitati alla Confessione, cioè al riconoscimento sincero delle nostre debolezze, di qualunque tipo. Cadere è umano, ma, se lo vogliamo, il Signore è pronto a risollevarci. La bandiera di Cristo Risorto è speranza per tutti!
Buona Pasqua, città di Cerignola!
Sabato 1° aprile 2023
+ Fabio Ciollaro
Vescovo
Celebrazioni del vescovo Fabio in Duomo
La sera di giovedì 16 marzo 2023, durante la Visita pastorale alla comunità dello Spirito Santo, il Vescovo Fabio, accompagnato dal parroco mons. Vincenzo D’Ercole, ha incontrato la vivace realtà del Centro Sociale “Don Antonio Palladino”, presente e operante nel territorio parrocchiale. Accolto da Giuseppe Russo e dai volontari e soci della cooperativa “Nuova Alba”, il nostro Pastore ha salutato affettuosamente i bambini e i ragazzi che ogni giorno partecipano alle varie attività proposte dal Centro.
Per tutto il territorio del rione Gran Sasso, soprannominato “Fort Apache”, il Centro è un imprescindibile punto di riferimento e un aiuto concreto alle famiglie nell’educazione dei propri figli. Una missione che dura dal 1997 e che continua con passione instancabile ancora oggi: un’attenzione alle fasce più fragili e deboli del quartiere, una possibilità per i giovani adolescenti di ritrovarsi e di crescere con valori sani. Tante sono le attività svolte nel centro: dal doposcuolaper i minori in età scolare allo sport (calcio, pallavolo, zumba ecc.), dai laboratori di manualità al teatro e alla cucina. Diversi sono anche gli incontri formativi, come le feste tematiche che frequentemente vedono il coinvolgimento della comunità parrocchiale dello “Spirito Santo”.
Il Vescovo ha incoraggiato i ragazzi presenti a lasciarsi coinvolgere nelle belle iniziative e a collaborare perché non “sciupino” la grandissima opportunità che il Centro sociale offre loro. Si è poi fermato con i volontari e gli operatori del Centro per un momento di ascolto e di scambio reciproco.
In un primo giro, in cui i giovani operatori sono stati invitati da don Vincenzo a riconoscere gli aspetti positivi della Chiesa, molti hanno dimostrato apprezzamento per i valori che promuove, come la solidarietà, e per il suo ruolo di mediazione tra gli uomini e Dio. Giulio, Elisa, Rita, Mariapia, Annamaria, Antonella, Pia, Alessandra, Luca, Vito, Morena Pia, Michela, Antonio si sono alternati, uno dopo l’altro, sottolineando che la comunità ecclesiale è capace di ascolto e di inclusione. Subito dopo, hanno presentato qualche criticità, nel desiderio di avere una Chiesa più semplice e povera. C’è stato chi ha aperto il cuore, in un clima che si è fatto sempre più confidenziale, e ha condiviso un momento di dolore, in cui ha avvertito Dio un po’ distante o del tutto assente. Del resto, per qualcuno “credere” è un vero e proprio atto di coraggio.
Il Vescovo si è messo accanto a loro, in atteggiamento di ascolto profondo e di incoraggiamento, invitandoli a mettersi sempre in gioco nel servizio ai più piccoli e ricordando quello che è l’orizzonte della fede: la risurrezione di Gesù. Proprio questa verità continua illuminare il cammino della Chiesa nella storia, anche fra mille contraddizioni e fragilità. Si è poi fermato a salutare ciascuno di loro, con l’augurio di vedersi ancora altre volte, per sostenere il cammino personale e il loro impegno nel Centro.
Cerignola, 16 marzo 2023
Il cronista
Messaggio della Migrantes Diocesana di augurio inviato ai musulmani e alle musulmane presenti nel territorio della Diocesi Cerignola Ascoli Satriano ad inizio del Ramadan.
Inizia la sera del mercoledì 22 marzo 2023 per 1 milione e 700mila i musulmani presenti nel nostro Paese il mese sacro del Ramadan. È il mese nel quale, secondo la tradizione, Allah, attraverso l’arcangelo Gabriele, ha rivelato il suo messaggio al profeta Maometto.
Se l’inizio del Ramadan non è uniforme in tutti i Paesi musulmani del mondo perché è legato dall’apparizione in cielo del primo spicchio di luna, è per tutta la comunità islamica mondiale un periodo dedicato alla preghiera e alla meditazione.
L’osservanza del digiuno, “sawm”, è uno dei cinque pilastri dell’Islam e chiede a tutti i musulmani praticanti adulti e sani, dalle prime luci dell’alba e fino al tramonto, di non mangiare, bere, fumare e praticare sesso. Al tramonto il digiuno viene interrotto con un dattero o un bicchiere d’acqua. Poi segue il pasto serale (“iftar”).
Il Ramadan dura 29/30 giorni e la sua fine quest’anno verrà celebrata il 20 aprile con la Festa di ‘id al-fitr.
Cari fratelli e sorelle musulmani, in occasione del mese sacro di Ramadan, a nome della Migrantes della Chiesa Cattolica della diocesi di Cerignola Ascoli Satriano e mio personale desidero augurare di cuore a tutti voi che ciascun credente riceva i benefici spirituali promessi a chi obbedisce ai precetti dell’Altissimo con intenzione retta e impegno sincero.
Quest’anno del Cammino Sinodale ancora più intensamente vogliamo pregare Dio Clemente e Misericordioso, affinché Egli si degni di benedire voi e noi tutti! Ramadan Kariim, Ramadan generoso a voi!
Nel ricordare le tante iniziative promosse della Chiesa l’invito che facciamo è di trovare, laddove è possibile, modi per esprimere loro la nostra vicinanza e creare gesti che mostrino come noi, pur nella nostra diversità, possiamo aiutarci a vivere in maniera fraterna e non nell’odio e nella inimicizia.
Vivere il Ramadan nelle campagne, come a Tre Titoli o Zona Madonna di Ripalta
non è facile e richiede grande spirito di sacrificio e fedeltà.
In Italia, il Ramadan coinvolge 1 milione e 700mila persone. Tanti sono i musulmani presenti nel nostro Paese, pari al 32% del totale degli oltre 5 milioni di stranieri presenti in Italia. Negli anni, l’islam è diventato la seconda religione più professata in Italia ma tracciare una radiografia dai contorni precisi sulla presenza quantitativa dei musulmani in Italia è impresa quasi impossibile perché non esistono archivi pubblici dedicati alle scelte religiose delle persone.
Secondo le stime della Fondazione Ismu, gli stranieri di fede islamica presenti in Italia sono soprattutto marocchini, seguiti da egiziani, tunisini, bengalesi. Sunniti per il 98%.
Nell’Unione europea sono 15 milioni (il 3% della popolazione).
Nel nostro Paese sono 6 le moschee attive: Segrate, Colle Val d’Elsa, Ravenna, Catania, Palermo.
La Grande Moschea di Roma è la più grande d’Europa. Si contano poi sul nostro territorio oltre 700 sale di preghiera che fanno capo ad associazioni o centri culturali islamici.
Don Claudio B.
Direttore Diocesano della Migrantes
Diocesi Cerignola Ascoli Satriano