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Omelia nella Festa patronale – 8 settembre 2023

E TU, CERIGNOLA…

Omelia nella Festa patronale – 8 settembre 2023

 

  1. La profezia di Michea

Lo abbiamo sentito nella Prima Lettura: una piccola località a sud di Gerusalemme viene interpellata direttamente. Una località che non contava niente nei rapporti di forza. Non aveva nessun peso politico. Ma lo sguardo antiveggente del profeta Michea, otto secoli prima della nascita di Cristo, intravede per lei qualcosa di grande e di unico: “E tu Betlemme di Efrata, così piccola tra i villaggi della Giudea, da te uscirà il Dominatore di Israele…”. Tutta la tradizione ebraica ha sempre inteso questa profezia in riferimento al re Davide, che realmente nacque nella piccola borgata di Betlemme, e fu il più grande re d’Israele. Se andate a cercare nella Bibbia il breve libro del profeta Michea – e vi consiglio molto di farlo – vi accorgerete che è un continuo alternarsi di denunce sociali, di parole fortissime contro la pseudo-religione, ma anche di oracoli di salvezza, di annunci che aprono alla speranza che viene da Dio. Infatti, quando dice: “E tu Betlemme di Efrata… intende annunciare tempi migliori, a vantaggio di tutti. Ebbene, ciò che sembrava riferirsi solo alla nascita del grande re Davide, il Nuovo Testamento lo vede pienamente realizzato in Gesù, figlio di Maria, nato a Betlemme. Esplicitamente l’evangelista Matteo cita le parole di Michea, constatando il sorprendente avverarsi dell’antica profezia. È affascinante la fitta rete di continui rimandi dall’Antico Testamento al Nuovo e dal Nuovo all’Antico, per cui la Sacra Scrittura si comprende pienamente solo nell’insieme!

E perché oggi, otto settembre, nella Liturgia si legge proprio questo passo della Scrittura? Perché in questo brano, in cui aleggia ottimismo e speranza, tanto che può essere considerato un piccolo proto-vangelo, a un certo punto si parla di una donna e di un parto:  “…fino a quando Colei che deve partorire, partorirà”. Michea, come del resto Isaia (cfr 7,14), mette in evidenza la madre del futuro re davidico, e questa Madre noi la riconosciamo in Maria, la riconosciamo in questa splendida icona che è qui davanti a noi, la riconosciamo in Colei che ognuno di noi ama profondamente e incondizionatamente: Maria Santissima di Ripalta. Il Bambino che regge su un braccio è il Figlio di Dio fatto uomo nel suo grembo verginale, e Lei ce lo indica con la mano destra. Ce lo indica con mano sicura, perché Lei sa che solo in Gesù troveremo sempre luce, forza e speranza.

Vergine di Ripalta, Madre nostra, ti guardiamo con gratitudine e con fiducia, nel giorno della tua festa. Grazie perché Tu sei il presidio della nostra speranza, grazie perché tu ci leggi nel cuore senza nemmeno parlare, quando non riusciamo neanche a pregare: il figlio muto/la figlia muta la mamma lo intende! So che c’è anche in dialetto cerignolano questo detto. Anche quando non riusciamo ad esprimerti quello che c’è nel guazzabuglio del nostro cuore, tu ci comprendi, o Maria!

  1. Una parola alla nostra Città

E tu, Cerignola”, sii sempre felice di avere una Madre così, e perciò non lasciarti cadere le braccia. Non ti avvilire se l’operosità di tante persone e l’impegno degli onesti sembrano oscurati da tante cose che succedono. La scena surreale, ripresa dalle telecamere di sicurezza poche settimane fa, del parchimetro abbattuto, sradicato e caricato in auto e la notizia battuta dall’Ansa che rimbalza in tutt’Italia, non sono e non devono essere la fotografia della nostra città. Chi lavora onestamente, chi governa cercando il bene comune, chi tutela l’ordine pubblico, chi dimostra senso civico, chi  dona il suo tempo nel volontariato e chi si sforza di essere religioso in maniera coerente si sentano sempre sostenuti dallo sguardo materno di Maria SS. di Ripalta e dall’umile incoraggiamento del Vescovo.

E proprio a onore di Maria e a nostro conforto, vorrei richiamare ciò che abbiamo vissuto l’altra sera qui in Duomo. Fra i tanti ragazzi e giovani che hanno partecipato alle attività estive nelle parrocchie di Cerignola, un gruppo ben motivato è partito per Lisbona e si è unito alla pacifica folla cosmopolita della GMG, la Giornata Mondiale della Gioventù intorno al Papa. Non era un viaggio turistico, anzi non sono mancati aspetti faticosi e scomodi, previsti e imprevisti. Eppure i nostri ragazzi sono tornati entusiasti, allegri come è giusto alla loro età, ma anche commossi per certi momenti toccanti che hanno vissuto. L’altra sera erano qui, hanno raccontato la loro esperienza agli altri giovani che erano in Duomo e insieme si sono rivolti alla Madonna di Ripalta con la preghiera così cara al nostro popolo: Vergine bella, Madre dolcissima di Ripalta… Per la comunità cristiana e per la nostra città, non sono motivo di speranza questi ragazzi? E in più, davanti a loro, l’altra sera, sotto gli occhi di Maria, un giovane cerignolano, Pasquale, ha fatto la “Declaratio”, il giuramento canonico, prima di ricevere gli Ordini Sacri. Non è anche questo un motivo di speranza?   Persone che, per amore, vogliono dedicare tutta la vita a Dio e al prossimo non sono una grazia di Maria per questo popolo?

E tu, Cerignola”, così bistrattata nelle cronache italiane, non sei davvero solo quello che raccontano gli organi di informazione. Hai le tue ferite e i tuoi guai, ma hai anche tante risorse e positività. Soprattutto, hai una Madre, che dall’alta ripa dell’Ofanto e da questa sacra Icona continua a infonderti fiducia e rinnovato desiderio di progredire nel bene. E cosi sia.

+  Fabio Ciollaro

 

 

 

“Prendersi cura dell’anello debole”: il convegno organizzato dalla Caritas della Diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano

La Caritas della Diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano ha organizzato il convegno sul tema “Prendersi cura dell’anello debole. Dalle povertà all’inclusione sociale”, in programma giovedì, 9 febbraio 2023, a partire dalle ore 18,30 nel Salone “Giovanni Paolo II” della Curia Vescovile di Cerignola (piazza Duomo, n. 42). L’iniziativa costituirà l’occasione per la presentazione del XXI Rapporto di Caritas Italiana, dal titolo L’anello debole”, su povertà ed esclusione sociale, e del Report 2022 sugli interventi effettuati dal Pronto Intervento Sociale (PIS), progetto dell’Ambito territoriale di Cerignola gestito dall’Organizzazione di Volontariato “Servi Inutili”, braccio operativo della Caritas Diocesana.

Dal Rapporto nazionale emerge che non esiste una sola povertà: ce ne sono tante, conseguenza dei disastrosi effetti della pandemia, ancora in corso, e delle ripercussioni della vicina guerra in Ucraina. Nel 2021 i poveri assoluti nel nostro Paese sono stati circa 5,6 milioni, di cui 1,4 milioni di bambini. Tra gli “anelli deboli”, emergono i numerosi giovani colpiti dalle molte forme di povertà: dalla povertà ereditaria, che si trasmette “di padre in figlio”, per cui occorrono almeno cinque generazioni a una persona che nasce in una famiglia povera per raggiungere un livello medio di reddito; alla povertà educativa, la cui consistenza evidenzia che solo l’8% dei giovani con genitori senza titolo superiore riesce a ottenere un diploma universitario.

Nel 2021 quasi 2.800 Centri di Ascolto Caritas hanno effettuato oltre 1,5 milioni di interventi, per poco meno di 15 milioni di euro, con un aumento del 7,7% delle persone che hanno chiesto aiuto rispetto all’anno precedente. Anche nel 2022 i dati raccolti fino a oggi confermano questa tendenza. Non si tratta sempre di nuovi poveri ma anche di numerose persone che oscillano al limite dello stato di bisogno. Il 23,6% di quanti si rivolgono ai Centri di Ascolto sono lavoratori poveri. Tale condizione tocca il vertice con gli assistiti stranieri, fra i quali il 29,4% è un lavoratore povero.

“Questi due report – dichiara don Pasquale Cotugno, direttore della Caritas diocesana – ci danno una direzione chiara per come agire nei nostri territori e per come programmare gli interventi. La nostra Caritas continuerà a prendersi cura dell’anello debole e a mettere in atto processi d’integrazione nel tessuto sociale ed ecclesiale affinché nessuno si senta escluso”.

Al convegno interverranno, dopo i saluti istituzionali delle autorità, la dott.ssa Vera Pellegrino della Caritas di Trieste; don Alessandro Mayer, delegato regionale Caritas; la dott.ssa Daniela Conte, dirigente dei Servizi Sociali, ambito territoriale; Costanza Netti, presidente dell’Associazione “Servi Inutili”.

PREGHIERA PER LA XXIX GIORNATA MONDIALE DEL MALATO

«Uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli» (Mt 23,8)
La relazione interpersonale di fiducia quale fondamento
della cura olistica del malato

11 febbraio 2021

Padre santo, noi siamo tuoi figli e tutti fratelli.
Conosciamo il tuo amore per ciascuno di noi
e per tutta l’umanità.
Aiutaci a rimanere nella tua luce
per crescere nell’amore vicendevole,
e a farci prossimi di chi soffre nel corpo e nello spirito.
Gesù figlio amato, vero uomo e vero Dio,
Tu sei il nostro unico Maestro.
Insegnaci a camminare nella speranza.
Donaci anche nella malattia di imparare da Te
ad accogliere le fragilità della vita.
Concedi pace alle nostre paure
e conforto alle nostre sofferenze.
Spirito consolatore,
i tuoi frutti sono pace, mitezza e benevolenza.
Dona sollievo all’umanità
afflitta dalla pandemia e da ogni malattia.
Sostieni i medici, gli infermieri, il personale sanitario
e tutti coloro che si prendono cura
dei malati.
Maria, testimone della speranza presso la croce,
prega per noi.

Diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano

“È tempo di vegliare”

Si intitola “È tempo di vegliare” il messaggio di Sua Ecc. Mons. Luigi Renna, vescovo della diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano, indirizzato al clero e ai diaconi, ai religiosi e alle religiose, all’associazionismo ecclesiale e ai fedeli tutti, in occasione dell’Avvento, tempo che proietta la Chiesa verso la celebrazione della solennità del Natale. Lasciandosi guidare dal profeta Isaia, voce autorevole dell’attesa, il Pastore della Chiesa locale legge e interpreta la difficile situazione della contemporaneità condizionata dal Covid-19 e invita a “sentirci più famiglia”, vivendo l’essenzialità delle imminenti festività natalizie nell’abbraccio del “valore delle persone, le più fragili, come ha fatto Dio facendosi uomo”. Per tale ragione, scrive il Vescovo, “È tempo di non lasciarci andare alla rassegnazione”, nella certezza che “Dio ci viene incontro e non ci lascia soli anche in questo momento storico”.

È tempo, quindi, di vegliare, “con gli occhi del cuore ‘aperti’”, individuando “i segni di Dio” nei “volti delle persone” perché, alla scuola di Bergoglio, siamo “tutti sulla stessa barca”, quindi “insieme”. In Avvento, “Stringiamoci attorno a chi ha sofferto per la morte di un parente” – è l’accorato appello del vescovo Renna – guardando ad “alcuni luoghi”, come le “nostre case”,  spazio in cui la famiglia, nella preghiera, si prepara al Natale “e lo vive non solo attorno alla tavola, ma attorno a quel segno meraviglioso – così lo chiama papa Francesco – che è il presepe”; alle “persone a noi care”, come i ragazzi, i giovani, gli anziani “perché si sentano protetti e riscoprano la grande verità che noi, senza di loro, siamo senza memoria”; agli “altri che, con noi, fanno una Città”, assicurando, con la distanza fisica e la mascherina, vicinanza soprattutto ai commercianti, particolarmente provati dalla crisi innescata dalla pandemia; senza dimenticare “chi fa il proprio lavoro negli Ospedali, nella tutela dell’ordine pubblico assicurato dalle Forze dell’Ordine, nelle Scuole, a chi gratuitamente si fa dono nelle Caritas e nelle associazioni di volontariato”. In ultimo, la non per ultimo, “Vegliamo sulle nostre chiese”, per “attingere l’Acqua più fresca, come alla fontana di un villaggio”.

Quest’anno, il “tempo di vegliare” si fa progetto ecclesiale che, con il Vescovo e i responsabili dei diversi settori della pastorale, accompagnerà i fedeli, ogni sera, alle ore 20,30, sulla pagina Facebook della diocesi, per un momento di preghiera e di riflessione (programma completo su www.sites.webdiocesi.it/cerignola)

Celebrazione in onore della Madonna di Ripalta – Domenica, 11 ottobre 2020, il vescovo Luigi Renna presiederà l’Eucaristia in Cattedrale

Carissimi fedeli,

quest’anno ci mancheranno la celebrazione eucaristica e la lenta processione che, muovendo alle prime luci dell’alba dalla nostra Cattedrale, accompagnava in un caloroso “abbraccio” di tutto il popolo cerignolano l’Icona di Maria Santissima di Ripalta per le strade del centro antico e verso il Santuario diocesano. Purtroppo, le norme anti-Covid 19 non ci permettono di vivere queste manifestazioni di fede! Pertanto, vi ricordo che l’immagine della Madonna di Ripalta sosterà in Cattedrale fino ad ottobre dell’anno prossimo. Sentiamo tutta la bontà di questa presenza: continuiamo a recarci in Duomo per pregare davanti alla Sacra Icona, per affidargli la Città di Cerignola e l’intera Diocesi perché Maria Santissima interceda presso il Suo Divin Figlio e ci liberi dalla pandemia e da tutti i mali morali, sociali ed economici che ci affliggono. La sua “presenza” in Duomo sia un richiamo più costante alla preghiera del Rosario, soprattutto nel giorno di sabato, giorno mariano per eccellenza.

Intanto, appena avremo ottenuto gli ultimi permessi dalla Sovrintendenza alle Belle Arti, riprenderemo i lavori di restauro del Santuario di Ripalta perché sia luogo degno e bello per la custodia della Sacra Icona e per vederci tornare a frequentarlo.

Domenica, 11 ottobre 2020, alle ore 12, celebrerò l’Eucaristia con l’Atto di Affidamento a Maria Santissima e, ogni sabato, presiederò l’Eucaristia alle ore 8,30 per continuare a mettere nelle mani della Madre di Dio il progresso spirituale e morale dei suoi figli.

Vi benedico e vi abbraccio.

† Luigi, Vescovo

Cerignola, dalla sede episcopale, 10 ottobre 2020.