Importante iniziativa degli studenti a Borgo Tressanti (sede distaccata dell’I.C. Don Bosco-Battisti di Cerignola) guidati dagli insegnanti e dal parroco della comunità di San Giuseppe, don Claudio Barboni
La distanza dagli eventi storici aumenta, la memoria si indebolisce, i testimoni scompaiono. La strage senza precedenti della Shoah più volte negli anni è stata minimizzata, distorta e, di recente, perfino strumentalizzata dai manifestanti no-vax scesi in piazza per paragonarsi ai perseguitati ebrei in quanto vittime di una dittatura sanitaria. Di fronte a simili banalizzazioni irrispettose, vergognose e offensive, la Giornata della Memoria si carica – a detta delle maggiori personalità politiche e degli stessi sopravvissuti ai campi di sterminio – di un significato maggiore.
Occorre infatti che gli studenti conoscano la verità, la custodiscano, la tramandino e condannino con fermezza i crimini del passato affinché atrocità simili non abbiano a ripetersi in futuro. I percorsi di formazione e sensibilizzazione che il Ministero dell’Istruzione da tempo promuove suonano quindi più che mai indispensabili perché la propaganda dell’odio, amplificata dai nuovi mezzi di comunicazione, continua purtroppo ancor oggi a mietere vite innocenti.
In risposta a questo appello, lo scorso giovedì 27 gennaio il plesso scolastico di Borgo Tressanti, sede distaccata dell’I.C. Don Bosco-Battisti di Cerignola, ha scelto di raccontare il dramma del genocidio ebraico attraverso la cerimonia inaugurale di un roseto e di una stele funeraria per ricordare i venti bambini provenienti dal campo di concentramento di Neuengamme, impiccati a Bullenhuser Damm la notte tra il 20 e il 21 aprile 1945. Quelle giovani vite spezzate dall’angelo della morte, il dottor Mengele, non sono affatto distanti da noi come potrebbe sembrare. Al contrario, sono un monito di fronte ai crimini turpi e inaccettabili del tempo presente quali fanatismo, intolleranza, omertà, omofobia, espressioni diverse di una stessa matrice, quella razzista.
Gli alunni della borgata – condotti verso la conoscenza storica dagli insegnanti e dal parroco della comunità di San Giuseppe, Don Claudio Barboni – nel corso della toccante commemorazione hanno abbattuto simbolicamente il muro dell’odio per erigere in suo luogo un giardino di rose ed un epitaffio il cui testo invita a DARE VOCE a quanti sono scomparsi, a passare cioè la fiaccola del ricordo alle nuove generazioni per non piombare nel buio dell’indifferenza, più volte definita dalla senatrice Liliana Segre sopravvissuta all’orrore dei lager il peggiore dei mali.
In questo mondo pervaso da ingiustizie e sofferenze abbiamo urgente bisogno di cure. L’indignazione non basta. È la memoria il vero vaccino al quale noi tutti non possiamo sottrarci! La sensibilità e la maturità dimostrata dai ragazzi dell’Istituto cerignolano, guidato dalla D.S. dott.ssa Pamela Petrillo, fanno ben sperare in un futuro più sano, libero e democratico così come la Costituzione italiana letta sui banchi di scuola insegna.
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