Per essere “promotori della cultura della vita”

Il Parlamento Europeo, con una risoluzione approvata l’11 aprile scorso, ha chiesto che la scelta di abortire liberamente sia inserita nella “Carta dei diritti fondamentali” dell’Unione Europea. Di fronte a questo inedito scenario, in tema di diritti umani fondamentali, vi è da chiedersi: dove sono i diritti del concepito? dov’è il suo diritto a vivere?

Riconoscere l’aborto, mettere fine ad una vita, contrasta con la “Dichiarazione Universale dei Diritti dell’uomo” e con i principali trattati vincolanti, oltre che con la giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo e della Corte di giustizia dell’Unione Europea. Inoltre è da ricordare che, a partire dalla Conferenza del Cairo del 1994, gli Stati si sono impegnati ad adottare misure appropriate per aiutare le donne a scongiurare la scelta dell’aborto.

Per tali ragioni, l’Ufficio Diocesano di Pastorale Familiare ed il Consultorio Familiare Diocesano “Zelia e Luigi Martin” sentono il bisogno di intervenire in merito, invitando tutte le famiglie della nostra comunità diocesana ad esprimere – distanti da qualsiasi ideologia di pensiero o politica, ma solo ed esclusivamente in ragione del loro essere comunità fondate sull’amore e sul rispetto della dignità di ogni loro membro – la propria contrarietà all’aborto, in piena comunione con papa Francesco: “Un approccio contraddittorio – ha scritto il Pontefice – consente anche la soppressione della vita umana nel grembo materno in nome della salvaguardia di altri diritti. Ma come può essere terapeutico, civile, o semplicemente umano un atto che sopprime la vita innocente e inerme nel suo sbocciare? Io vi domando: è giusto ‘fare fuori’ una vita umana per risolvere un problema? È giusto affittare un sicario per risolvere un problema? Non si può, non è giusto ‘fare fuori’ un essere umano, benché piccolo, per risolvere un problema. È come affittare un sicario per risolvere un problema” (Francesco, Udienza generale, 10 ottobre 2018).

L’invito è a continuare senza indugio a farsi sempre e con convinzione “promotori della cultura della vita” in ogni ambito:

  • nelle proprie case, luogo primario dell’educazione delle future generazioni, affinché restino ben saldi i valori del rispetto della vita e della dignità umana, fin dal concepimento;
  • nella società e verso le istituzioni perché tutti si prodighino per educare non all’aborto, ma alla “convinzione che ogni essere umano è sempre sacro e inviolabile, in qualsiasi situazione e in ogni fase del suo sviluppo” (Dicastero per la Dottrina della Fede, Dignitatis Infinita, 2 aprile 2024) e per aiutare quelle donne che, in situazioni di sofferenza e di difficoltà, si trovano nella condizione di non poter crescere un figlio, affinché si abbia cura di accompagnarle sia durante la gravidanza sia dopo la nascita attraverso supporto psicologico e politiche di sussidio volte a salvaguardare la vita della madre e del nascituro e mai a scegliere l’aborto come soluzione.

La vita non è mai un problema! In una società che registra il dilagare del dramma della denatalità, che svilisce e strumentalizza la sessualità umana, che è sempre più concentrata su pretese individualistiche e ideologiche, c’è una nuova vita concepita nel grembo di una donna, che grida il suo diritto a vivere, ad essere difesa, a diventare una persona, a realizzare i suoi sogni e i suoi progetti, ad amare… semplicemente a vivere!