Comunicazioni Sociali

“La Pentecoste continua… Rinnovarci nel cammino sinodale e nell’annuncio del Vangelo” – La nuova lettera pastorale del vescovo Luigi Renna

Sarà il vescovo Luigi Renna, in cattedrale, oggi, nel giorno del trentesimo anniversario di ordinazione presbiterale – al termine dei primi vespri della Natività della Vergine Maria, in loco della solennità della Madonna di Ripalta, protettrice della diocesi e della città di Cerignola – a consegnare ai parroci e, tramite loro, agli operatori pastorali, ai catechisti, ai membri dell’associazionismo ecclesiale, il testo della sua nuova lettera pastorale intitolata “La Pentecoste continua… Rinnovarci nel cammino sinodale e nell’annuncio del Vangelo”. È un appuntamento ormai tradizionale quello del 7 settembre, dal chiaro sapore assembleare, capace di condensare il profumo della festa patronale – che anche quest’anno si celebra in forma ridotta per il protrarsi della pandemia – con l’essenza della progettualità, individuando fra le pagine del magistero vescovile più recente gli orientamenti che illumineranno il cammino diocesano.

In una armonica prospettiva che non dimentica le precedenti tappe della propria produzione episcopale, il vescovo Renna, ponendosi alla scuola del Concilio Vaticano II, di papa Francesco e degli antichi Padri, ripercorre, in una teologia che si fa pastorale, il ruolo ecclesiale dello Spirito Santo – “corego” della vita della Chiesa – per offrire ai presbiteri e ai diaconi, ai religiosi e ai laici, il significato autentico dell’ascolto della Parola che, nell’approfondire il senso della fede e la formazione, “‘leviga’ come una pietra di fiume” l’esistenza di ciascuno nella quotidianità: “Nel dire: ‘Siamo popolo di Dio’ – scrive il Vescovo – noi ci rifacciamo ad una radice più profonda della stessa umanità, quella della comunione con il Dio-Unitrino, che di noi ha fatto un popolo regale, sacerdotale e profetico”.

Nasce da questi presupposti lo sviluppo del “cammino sinodale” che il vescovo Renna descrive e analizza come nuova Pentecoste, lasciandosi guidare dai contenuti di due documenti della Commissione Teologica Internazionale: “Il sensus fidei nella vita della Chiesa” (2014) e “La sinodalità nella vita e nella missione della Chiesa” (2018), per evidenziare che occorre “disimparare per imparare” lo stile sinodale, humus di una Chiesa che, “nella libera e ricca diversità dei suoi membri, è convocata per pregare, ascoltare, analizzare, dialogare, discernere e consigliare al fine di prendere le decisioni pastorali ‘più conformi al volere di Dio’”. Nella diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano, quindi, nessuno potrà sentirsi escluso da quella “sinfonia dello Spirito” che, nella sua dinamica circolarità, coinvolgerà “l’uno (il vescovo o il parroco), alcuni (i membri dei consigli e gli operatori pastorali), tutti (il maggior numero di credenti)”.

In attesa di quelle che saranno “le linee della Chiesa universale che ci prepara al Sinodo dei Vescovi”, si rivela opportuno, inoltre, non “dimenticare che ogni Chiesa diocesana ha delle priorità con cui fare i conti”. A questo proposito, memore dell’investimento compiuto negli ultimi anni “sul tema dell’annuncio del Vangelo e sulla catechesi”, il Vescovo indica il “percorso di discernimento” da seguire per “essere ‘generativi nella fede’”, individuando in una comunità che “nella sua totalità forma alla vita cristiana”, nel “progetto catechistico diocesano unitario” e nell’armonica sintesi fra “stile catecumenale e stile mistagogico”, le linee-guida per “far crescere il nostro senso di corresponsabilità verso un aspetto fondamentale della vita comunitaria”. Rientra in tale progetto la centralità che il Vescovo assegna alla pastorale familiare, oggetto di “grande attenzione” nelle comunità parrocchiali “su impulso dell’‘Amoris laetitia’”, e alla pastorale giovanile che, nell’abitare l’oratorio presente ormai “in quasi tutte le parrocchie”, nei prossimi mesi arricchirà la propria proposta formativa con il progetto “Seme diVento. La Comunità cristiana incontra gli adolescenti” redatto di recente dalla Cei. In questo modo – è l’auspicio finale del Vescovo che cita Giovanni Crisostomo, secondo il quale “il nome della Chiesa è Sinodo” – la modalità che meglio potrà caratterizzare il vissuto diocesano sarà quella della sinodalità.

“Brucia il Gargano…”: il vescovo Luigi Renna esprime solidarietà a Sua Ecc. Mons. P. Franco Moscone, arcivescovo di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo

È stato diffuso ieri, 14 luglio 2021, ed è leggibile sulla home page del sito dell’arcidiocesi di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo, il testo del comunicato stampa con cui l’arcivescovo della Chiesa sipontina, Sua Ecc. Mons. P. Franco Moscone, denuncia l’oltraggio compiuto in questi ultimi giorni ai danni del Gargano, area colpita da incendi, le cui “fiamme alte anche 20 metri – scrive l’Arcivescovo – alimentate dal vento caldo” stanno distruggendo “il patrimonio naturalistico del territorio tra Vico del Gargano e Ischitella, creando preoccupazione nei residenti e nei turisti alloggiati nelle vicine località di S. Menaio, Foce Varano e Lido del Sole, per l’alta colonna di fumo ben visibile e dalle zone costiere e dai Comuni viciniori”.

Il vescovo Luigi Renna, pastore della Chiesa di Cerignola-Ascoli Satriano, nell’esprimere profonda vicinanza al confratello nell’episcopato, fa suo il grido di allarme e ribadisce che “Non è possibile continuare a vedere il nostro Gargano deturpato e danneggiato da incendi di chiara cultura ancestrale, prepotente e delinquenziale, appiccati certamente da mani insanguinate di criminali senza rispetto di niente e di nessuno”, ricordando – alla scuola della “Laudato si’” di papa Francesco – che “L’ambiente è un bene collettivo, patrimo­nio di tutta l’umanità e responsabilità di tutti. Chi ne possiede una parte è solo per amministrarla a beneficio di tutti. Se non lo facciamo, ci carichiamo sulla coscienza il peso di negare l’esistenza degli altri” (n. 95).

Occorre, quindi, come scrive p. Moscone, sentire “il dovere civico di opporci con ogni forza al vecchio andazzo di omertà, indifferenza, insensibilità verso il comune ‘tesoro’ del Creato affidato alla nostra custodia e ammirazione, che richiede cura e rispetto da parte di tutti”. Nasce da tale urgente necessità l’invito finale dell’Arcivescovo a “un dialogo sereno e fraterno sul modo in cui stiamo costruendo il futuro del pianeta e del nostro territorio in particolare, certo che tutti possiamo collaborare, come strumenti di Dio, per la cura della creazione, ognuno con la propria cultura ed esperienza, le proprie iniziative e capacità”.

Fa eco a tale consapevolezza la vicinanza del vescovo Renna, il quale riprende e rilancia uno dei capisaldi della Lettera Enciclica di papa Bergoglio sulla cura della casa comune: “Non dobbiamo dimenticare che l’ambiente chiama in causa una relazione: quella che esiste tra la natura e la società che la abita. Per tale ragione – continua il Vescovo – sbagliamo quando pensiamo alla natura come a qualcosa che non ci riguarda. ‘Siamo inclusi in essa – ci ricorda il pontefice al n. 139 della Laudato si’ – siamo parte di essa e ne siamo compenetrati’”.