“Con Maria, per imparare ad essere famiglia”
Cari fratelli e sorelle,
fra le “cose familiari e domestiche” della nostra gente, c’è la dolce icona della Madonna di Ripalta: ieri, come oggi, non c’è casa in cui una sua riproduzione antica o moderna non vegli sulla serenità di ogni famiglia. Maria di Nazareth, la Madre di Gesù e la sposa di Giuseppe- possiamo ben dirlo- di famiglia “se ne intende”. Il titolo che accostiamo al suo nome orientale, Myriam, ci richiama all’esperienza fondamentale della nostra esistenza, quella di essere figli. La chiamiamo “madre”, come Gesù ci ha insegnato quando, dall’alto della croce, al discepolo amato ha detto: “Ecco tua madre” (cf. Gv 19, 27 ). Da allora ogni creatura si sente meno orfana, in qualunque età della vita, e anche a novant’anni, invoca questa madre. Oggi abbiamo bisogno di “recuperare” questo titolo, che anche la devozione popolare nel passato, a Cerignola, risvegliava tutti per un rito tenero e filiale: “Galzatv figgh sant…, a la Madonn ”. I riti del passato lasciano spazio a sensibilità nuove, ma credo che non ci sia stata epoca come la nostra, nella quale il bisogno di famiglia richiamato dalla maternità di Maria non sia così urgente, anche nella nostra Città di Cerignola. Sono frequenti le crisi familiari, sono sempre più numerosi i ragazzi e i giovani che sentono “vuoti affettivi” nelle loro case, che avvertono che i modelli che ricevono in famiglia portano a situazioni di disagio che segnano profondamente la vita. Sentiamo parlare di abbandono scolastico, di povertà di molte famiglie, di rassegnazione alla disoccupazione, di disagi familiari. Miei cari, se la Madonna di Ripalta, in questi giorni di festa ci interesserà solo per il percorso della processione o la notorietà del cantante che animerà le serate, avremo dimenticato ciò che sta più a cuore a Maria Santissima: la nostra fede, l’amore della coppia, il futuro dei figli che si costruisce non con il malaffare, i tentativi ripetuti e vani di vincere a qualche gioco che non permette di portare più soldi per mettere il pane sulla tavola. In quante famiglie occorre ritrovare la festa, ricominciando a dire: da oggi mi prendo cura della mia famiglia, sul serio, con sacrificio e dignità, con onestà e amore e, se necessario, lo farò lasciando da parte cattive abitudini. Se poi viviamo in una casa in cui c’è serenità e un relativo benessere, cominciamo a farci carico della famiglia di chi è nel bisogno! La festa della Madonna di Ripalta o sarà festa di ogni famiglia, o non sarà festa vera.
Vi aspetto nei giorni della novena e della festa, come famiglie: padri e madri partecipino all’Eucaristia con i loro figli, promettano dinanzi a Maria di essere fedeli al loro matrimonio, di avere a cuore un vero benessere delle loro case, e anche se sono nella povertà, di vivere onestamente. Che in ogni casa l’icona della Madonna di Ripalta torni a illuminare di speranza i vostri volti!
Cerignola, 1 agosto 2017, memoria di sant’ Alfonso M. de’ Liguori.
Il vostro Vescovo
† Luigi