IL PAPA E QUEL DIPINTO DEL PERUGINO

Al  clero e ai fedeli della diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano

prot. 95/24

Carissimi,

rientrando in sede, sento il bisogno di condividere subito con voi ciò che ho vissuto nei giorni scorsi. Da lunedì 15 a venerdì  19 aprile con i vescovi  di tutte le diocesi pugliesi sono stato a Roma  per la Visita al Limina Apostolorum.  E’ un appuntamento a cui, a turno, sono tenuti periodicamente tutti i vescovi del mondo per  venerare le tombe dei santi Pietro e Paolo, per incontrare il Papa, per presentare una relazione dettagliata sulla vita diocesana e  per visitare i vari dicasteri della Curia romana.

 

Nei vari Dicasteri  ho potuto conoscere  le persone che aiutano il Papa nella guida della Chiesa universale.  Essi leggono le relazioni  che si invia nelle settimane precedenti alla Visita e  ne fanno delle sintesi. Con loro si è sviluppato un dialogo, in base alle rispettive competenze: ci siamo confrontati, ad esempio,  sull’evangelizzazione, sul culto divino, sul servizio della carità, sulla vita del clero, sui problemi del nostro territorio, sulle comunicazioni sociali ecc.  Passare da un Dicastero all’altro, in un programma molto fitto,  ha assorbito ogni giorno la maggior parte del  nostro tempo. Per me personalmente il frutto di questi incontri è stato sentire maggiormente l’universalità della Chiesa Cattolica, in cui s’inserisce anche la  nostra cara comunità diocesana.

 

Il pellegrinaggio alle tombe degli Apostoli  caratterizza la Visita dei vescovi a Roma.  Era pomeriggio inoltrato quando noi siamo arrivati a S.Paolo fuori le Mura. Gli ultimi raggi prima del tramonto facevano scintillare i mosaici dorati dell’abside dove abbiamo celebrato l’Eucarestia. Poi siamo scesi al luogo dove si venera il sepolcro dell’Apostolo Paolo.  Sembrava di sentire la sua voce: sono stato afferrato da Cristo !  (Fil 3,12) Tutta la sua vita, dopo la conversione, si spiega proprio così.  Di primo mattino, invece, nei giorni seguenti, siamo scesi nelle Grotte Vaticane, per venerare il sepolcro dell’Apostolo Pietro, che fin dal 1° secolo d.C. è proprio lì sotto, dove poi è sorta la basilica che porta il suo nome.   Abbiamo recitato il Credo, chiedendo la grazia di mantenere nella fede di Pietro noi stessi e le singole Chiese  che ci sono state affidate. Ho pensato a tutti voi. A rendere presente la nostra diocesi c’era anche mons.Galantino, che ho salutato con piacere.

 

L’incontro con il Papa, in quella stessa mattinata di giovedì 18 aprile,  è stato il naturale prolungamento del Credo recitato sulla tomba dell’Apostolo. Pietro, infatti, vive  nella persona dei suoi Successori.   Con questo senso di fede e con una certa emozione siamo saliti per l’udienza. Il Papa ci attendeva sulla soglia della sua Biblioteca privata e ci ha salutato affabilmente ad uno ad uno. Poi ci ha fatto accomodare intorno a lui. Per un’ora e mezza ci  ha dato la possibilità di porgli delle domande oppure di manifestargli liberamente quello che volevamo dirgli. Io gli  ho raccontato un fatto  simpatico accaduto ad un giovane della nostra diocesi, riguardante il tema della trasmissione della fede alle nuove generazioni.  Traendo spunto da ciò che ognuno di noi gli diceva, papa Francesco esprimeva le sue considerazioni oppure rispondeva alle domande,  sottolineando ciò che gli premeva maggiormente e sostenendoci nella nostra missione di vescovi nel mondo di oggi.

Mentre parlava, lo guardavo da vicino, in quell’abito bianco  che crea quasi un alone  di luce. Il suo volto era sereno, nonostante tutto quello che deve affrontare quotidianamente.  Solo la voce era un po’ fioca per i noti problemi di respirazione. Ci invitava ad andare avanti senza abbatterci, ci raccontava che ogni giorno lui recita la preghiera di S.Tommaso Moro per la grazia del buon umore e ci invitava a fare altrettanto. Continuavo a guardarlo con meraviglia, pensando al carico enorme che deve reggere alla sua età.   Guardavo lui e guardavo il celebre dipinto appeso alle sue spalle: il Cristo Risorto di Pietro Perugino, quello che si vede spesso in televisione quando mostrano le immagini delle udienze nella Biblioteca privata  del Palazzo Apostolico.  I miei occhi andavano dal Papa  a quel bellissimo Cristo Risorto, e viceversa. Ecco che attraverso l’incontro con il Successore di Pietro noi venivamo ricondotti al punto focale: a Gesù risorto e vivo, da cui ha avuto inizio  e in cui ritrova slancio la missione della Chiesa.  Sono uscito dall’udienza felice per questa rinnovata certezza e con  gioia ne rendo partecipi tutti voi!

Cerignola, 20 aprile 2024

                                      Il vostro vescovo

                                      + Fabio