Anche se le disposizioni per fronteggiare la diffusione del virus, quest’anno, non permettono lo svolgimento della tradizionale Marcia per la Pace, fissata come da consuetudine nel terzo sabato di gennaio, non mancherà, nel pieno rispetto delle norme anti Covid, una serata di preghiera e di riflessione dedicata al bene comune.
Si terrà sabato, 16 gennaio 2021, con inizio alle ore 20, nella Basilica Cattedrale di San Pietro Apostolo a Cerignola, l’incontro sul tema “La cultura della cura come percorso di pace”, durante il quale saranno approfondite alcune delle tematiche offerte da papa Francesco lo scorso 1° gennaio con il Messaggio per la 54ª Giornata Mondiale della Pace: “Ogni aspetto della vita sociale, politica ed economica – scrive papa Bergoglio – trova il suo compimento quando si pone al servizio del bene comune, ossia dell’‘insieme di quelle condizioni della vita sociale che permettono sia alle collettività sia ai singoli membri, di raggiungere la propria perfezione più pienamente e più celermente’. Pertanto, i nostri piani e sforzi devono sempre tenere conto degli effetti sull’intera famiglia umana, ponderando le conseguenze per il momento presente e per le generazioni future”.
La preghiera, guidata dal vescovo Luigi Renna, anticiperà la testimonianza di don Raffaele Sarno, direttore della Caritas dell’Arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie-Nazareth e cappellano del Carcere di Trani. In un momento segnato dalla diffusione della pandemia, l’incontro – organizzato dalla Diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano, dall’Ufficio Diocesano per la Pastorale Sociale, dalla Caritas Diocesana, dall’Azione Cattolica Diocesana, dal Servizio Diocesano per la Pastorale Giovanile, dal Fondazione Migrantes e dalla Consulta Diocesana delle Aggregazioni Laicali – costituirà una preziosa occasione per fare propri alcuni degli indirizzi offerti dal più recente magistero pontificio sul tema del bene comune: “Quanto ciò sia vero e attuale – continua papa Francesco – ce lo mostra la pandemia del Covid-19, davanti alla quale ‘ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme’, perché ‘nessuno si salva da solo’ e nessuno Stato nazionale isolato può assicurare il bene comune della propria popolazione”.