Cari fratelli e sorelle, care autorità civili e militari qui convenute, questa sera la nostra Città si è fermata e si è sentita unita. Chi ha questa capacità di farci sostare pensosi, di sentire che le ore di questo giorno sono sante, quasi scandite dal racconto evangelico: l’ora terza, l’ora sesta, fino all’ora nona, vale a dire le 15, in cui molti di noi hanno preso parte alla liturgia della Passione? E’ la Croce di Cristo, che ha in sé una forza di attrazione che dopo Duemila anni ci stupisce ancora. Davanti ad Essa tutti quanti deponiamo le difese delle differenze, dei ruoli, delle appartenenze, perché la Croce di Cristo parla, con la sua forza, a tutti gli uomini e a tutte le età della vita. Oggi, baciando la Croce ciascuno si è sentito accolto dal Signore, ha sentito che la propria sofferenza non è indifferente a Dio, che l’ha fatta propria e condivide il dolore di ogni uomo, donando la consolazione della sua presenza. Nessuno di noi può dire: “Dalla croce sono tornato uguale”, perché in essa ha sentito la forza della misericordia di Dio…