L’UOMO CHE MI HA CAMBIATO LA VITA
Don Palladino e i ragazzi di San Domenico
“Non sapevo di aver incontrato, quel giorno, l’uomo che mi avrebbe cambiato la vita”: ha esordito così Andrea nei panni del giovane Trifone nello spettacolo che i giovanissimi di “San Domenico” hanno messo in scena per salutare il vescovo Fabio in Visita Pastorale alla loro comunità.
In modo semplice e simpatico, la sera di sabato 30 ottobre, hanno raccontato la storia del primo parroco della loro Parrocchia, il venerabile sacerdote Antonio Palladino, proprio tra le mura di quella chiesa che custodisce la sua memoria grata. Nonostante i flash dei cellulari di genitori e parenti che riprendevano e immortalavano le varie scene, i ragazzi non si sono lasciati vincere dall’imbarazzo e, mettendosi in gioco fino in fondo, hanno dimostrato grande sicurezza. Così, Marco, con talare e berretta, ha impersonato don Antonio Palladino nei momenti salienti della sua vita: quasi delle “istantanee” che raccontano i vari passaggi, dal suo arrivo a Cerignola dopo l’ordinazione sacerdotale alla costituzione del circolo “San Luigi”, allo scontro con la Confraternita (con tanto di schiaffo del priore al Venerabile!) fino alla sua morte.
E per la gioia delle suore, venute anch’esse per lo spettacolo, anche la giovane Mariantonietta, nei panni di madre Tarcisia, ha vestito l’abito domenicano con il velo nero che le contraddistingue.
Scambi di battute veloci e interessanti, quelli tra don Palladino e i suoi confratelli don Ruocco e don De Santis per comprendere come “muoversi” in quel quartiere così difficile e così affamato di amore!
Commovente la scena in cui alcune “popolane” vedono il loro parroco piangere in ginocchio davanti al tabernacolo e dicono con voce sommessa: “Piange, perché ci vuol bene!”. Simpatico il dialogo con mamma Lucia, a cui confida il suo desiderio di fondare un nuovo istituto di suore.
E tra i consigli della Contessa Pavoncelli che lo redarguisce sul suo stato di salute, invitandolo a prendersi cura di se stesso, e gli interventi sinceri dello “scapestrato” Trifone, si snoda una storia bella: bella, perché vera; bella, perché tutta vissuta nell’amore di Cristo.
E proprio Andrea, che aveva aperto il “sipario” col suo intervento, lo chiude, ricordando a tutti quello che è stato il motto del “santo” parroco di San Domenico: “Tutte le anime a me affidate, tutte le condurrò a te e la mia vita non sarà che un olocausto per te”.
Il nostro vescovo Fabio ha così preso la parola e, complimentandosi con loro, li ha invitati a essere sempre coraggiosi e a non vergognarsi della loro fede. “È stata una cosa simpatica ma anche
toccante, perché ci ha dato la possibilità di pensare a persone vere vissute qui!”, ha continuato il nostro Pastore.
È stato bello vedere la genuinità di quei ragazzi che hanno “cucito” meglio quegli sketch, preparati per rallegrare i pomeriggi dei bambini venuti in Parrocchia per l’Estate-Ragazzi, e quella sera riadattati per fare un pensiero gentile al Vescovo. Li ha così salutati, uno ad uno: Marco, Francesco, Luca, Andrea,
Luigi, Vincenzo, Francesco, Kife, Giulia, Mariantonietta, Letizia, Francesca, Nicole e Rita. Tutti fieri e gioiosi, tra gli applausi e gli sguardi compiaciuti di don Giuseppe Ciarciello e degli
altri spettatori. E la gioia è proseguita nel momento di festa vissuto da tutta la comunità nel cortile dell’oratorio parrocchiale, in cui, tra una canzone appositamente composta da un parrocchiano per l’occasione e qualcosa da condividere, i ragazzi hanno sentito la vicinanza paterna del loro Vescovo e l’hanno
ricambiata con il loro affetto sincero e familiare.
Così quell’uomo che ha cambiato la vita del piccolo Trifone continua a parlare anche oggi, ai giovani di quella comunità che ha amato e servito nei suoi giorni e che ora continua a pascere intercessione et exemplo (con la sua intercessione e il suo esempio), come si legge sul suo sepolcro entrando a San Domenico.
Cerignola, 30 settembre 2023
Il cronista