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Te lo prometto… storia di una rinascita in Cristo.

Giovedi, 16 marzo 2017 ore 20, nella Chiesa Madre in Orta Nova, testimonianza di Mara Santangelo (campionessa di tennis).

Biografia di Mara Santangelo

Tennista professionista dal 1998 al 2010. All’età di 12 anni è stata convocata al Centro Tecnico Federale e ha sempre fatto parte della squadra Nazionale.
Nella sua carriera ha vinto 23 tornei in doppio, 9 tornei in singolo e 6 campionati a squadre. Ha conquistato il titolo di Campione del Mondo a squadre (Fed Cup) nel 2006, arrivando in finale nell’anno successivo.
Wimbledon. Campo centrale. Una folla sugli spalti. Manca poco, ormai. Un’intera vita sta per compiersi in un pomeriggio d’estate, mentre una nuova pagina della storia del tennis è sul punto di essere scritta.
Mara è una tennista tra le più talentuose del panorama internazionale, a un passo dal sogno per cui ha lottato fin da piccola: giocare sul campo centrale di Wimbledon.
«Non ti avrei mai delusa e su quel campo ci sarei arrivata prima o poi».
Parole cariche di speranza, pronunciate da una bambina che sarebbe diventata una donna forte, una campionessa capace di accettare le sue fragilità, senza mai arrendersi. Vincendo sul campo e, un giorno, nella vita vera.
La promessa fatta fra le braccia della mamma la porterà a diventare un’atleta vincente e combattiva, anche a causa di una malformazione ai piedi, che fin dagli albori della carriera era stata per lei il vero avversario da battere, partita dopo partita. Dolori acuti, lancinanti, che a volte la gettano a terra, e che tuttavia non spengono in lei la voglia di lottare per raggiungere il suo sogno e mantenere l’antica promessa. Finché un giorno, all’improvviso, un infortunio stronca per sempre la sua inarrestabile ascesa sportiva. La racchetta non sarà più il cuore pulsante delle sue emozioni.
Dopo una notte di veglia e preghiere, di lacrime e pensieri, una luce le rapisce il cuore e, sulla Collina delle Apparizioni di Medjugorje, ritrova la forza di rialzarsi. Mara rinasce fra le braccia di Maria, nella gioia della fede.

Un cuore nuovo. Dal male di vivere alla gioia della fede

Martedi, 14 marzo 2016 ore 20.00 in Cattedrale testimonianza dell’attrice Beatrice Fazi.

Biografia di Beatrice Fazi

Nata a Salerno nel 1972, attrice di teatro, di cinema e di televisione, è nota soprattutto per aver partecipato a ben quattro edizioni della fiction Un medico in famiglia nel ruolo di Melina, la cameriera pasticciona, cugina di Cettina.

Con una sincerità che sorprende, Beatrice Fazi – la Melina di Un medico in famiglia – ci parlerà del suo incontro con Gesù e la conversione religiosa che l’ha salvata da un profondo stato di disordine emotivo e alimentare, anche a seguito di un aborto praticato a vent’anni.

Beatrice ci racconterà del suo cuore diventato di pietra, incapace di provare sentimenti, e di quel pozzo senza fondo in cui era caduta, tormentata da una fame inestinguibile, fisica e psichica, che non riusciva a saziare in alcun modo.

Dopo un periodo difficile in cui aveva persino iniziato a fare uso di stupefacenti, l’incontro casuale con una compagna di università la riavvicina a Dio.

La catechesi sui Dieci Comandamenti, l’inserimento in una comunità del Cammino Neocatecumenale, un pellegrinaggio a Medjugorje e l’incontro con Pierpaolo, poi diventato suo marito, l’aiuteranno a recuperare un ritmo di vita regolare e un ordine nella quotidianità scandito dalla preghiera.

In questi anni ha stretto legami con gli amici del Rinnovamento nello Spirito Santo, e si ritrova spesso nelle diocesi di tutta Italia per celebrazioni liturgiche e testimonianze. Il Presidente del Rinnovamento, Salvatore Martinez, l’ha soprannominata Catecumena Rinnovata, con il compito di annunciare quella misericordia di Dio che abbraccia tutti coloro che tornano a Lui con cuore sincero.

 

 

Lettera pastorale per la Quaresima e la Pasqua 2017

Ascolta, fermati, incontra. Luoghi da cui ripartire per una nuova vita è il titolo della lettera pastorale, pubblicata dal vescovo Luigi Renna, per la Quaresima e la Pasqua di quest’anno. “A volte – scrive il Vescovo – ci fanno compagnia suoni, rumori, immagini, pensieri che… non ci permettono più di ascoltare il battito del nostro cuore, le nostre emozioni! ‘Abitare con sé’ vuol dire ascoltare la voce della nostra interiorità spaesata, delusa, che non vuole ammettere la verità di sé stessa, di errori ed emozioni, per cui si rimane come ‘fuori di casa’. Il nostro cuore ‘reclama’ la nostra attenzione, per acquistare pace ed armonia, per parlarci con verità di noi stessi, e per metterci nella verità davanti a Dio. Perciò fermati e comincia a leggerti nel cuore”.

Sulla scia del precedente intervento pastorale – Ascoltare. Il primo gesto di una Chiesa “in uscita” diffuso lo scorso settembre – il nuovo indirizzo del Vescovo della Diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano, guidato dalla certezza che Non c’è méta senza un cammino, non c’è Pasqua senza Quaresima, attraversa alcuni dei “luoghi” della quotidianità – il cuore (“il primo luogo da abitare”), il vangelo (“luogo da cui cominciare a guardare il mondo con lo sguardo di Cristo”), la famiglia (“luogo di incontro della vita”) – allo scopo di indicare i percorsi da seguire, alla scuola dei sacramenti (“luoghi in cui Dio mi viene incontro”) e dei discepoli di Emmaus (“ospedale da campo dell’incontro col Risorto”), per incontrare l’altro – “luogo sconosciuto e sorprendente” – nel nemico (“luogo dell’opportunità”) e nel povero, nella consapevolezza che occorre superare la diffusa convinzione secondo la quale “la vita spirituale sia una cosa, e le nostre vicende, anche poco piacevoli, siano altra cosa”.

A questo proposito, facendo riecheggiare l’Anno giubilare celebrato lo scorso anno, il Vescovo evidenzia la matrice di carità della Quaresima e invita i fedeli a contribuire alla realizzazione del Centro per lo Sviluppo Umano Integrale “Santa Giuseppina Bakhita” – che sorgerà a Borgo Tre Titoli (Cerignola) – attraverso le offerte da far pervenire alle parrocchie che, alla raccolta, dedicheranno una delle domenica del cammino quaresimale. Sarà anche questa, infatti, una preziosa occasione per realizzare nell’ordinario qualcosa di straordinario: come augura, in conclusione, il vescovo Renna: “Diamoci l’opportunità di fare questo miracolo! Ascolta, fermati, incontra”.