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Gli appuntamenti sul web – Facebook: Diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano – con il vescovo Luigi Renna:

ogni mattina nei giorni feriali

ore 7,45: 15 minuti con Dio: “Le virtù al tempo del coronavirus”

 

ogni Mercoledì

ore 18: Vespri e Catechesi Quaresimale

 

ogni Giovedì

ore 18: Santa Messa e Adorazione Eucaristica

 

Giovedì – festa di San Giuseppe

ore 21: in comunione con tutte le Chiese che sono in Italia, recita del Santo Rosario sintonizzati su Tv2000

 

ogni Venerdì

ore 18: Via Crucis

 

ogni Sabato

ore 17: Breve pensiero per i cresimandi

ore 17,30: Santo Rosario e Atto di affidamento a Maria SS. di Ripalta

 

ogni Domenica

ore 10,15: Santa Messa

ore 18: Riflessione e preghiera per le famiglie

DISPOSIZIONI INTEGRATIVE al comunicato della Conferenza Episcopale Pugliese del 9 marzo 2020 per la Diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano

Carissimi fedeli tutti della Diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano,

carissimi Presbiteri e Diaconi,

carissimi Religiosi e Religiose,

facendo seguito al Comunicato dei Vescovi delle Chiese di Puglia emesso in data odierna durante la riunione della Conferenza Episcopale Pugliese, aggiungo quanto segue:

  1. riguardo alla sospensione della Celebrazione Eucaristica nei giorni festivi e feriali, non ci sono eccezioni: i presbiteri potranno celebrare solo la “Messa senza il popolo”; i sacerdoti anziani potranno, previo il mio permesso, celebrare nella loro casa. Nelle comunità religiose dove è possibile avere la presenza del cappellano, si celebri con la sola presenza della comunità, senza nessuna altra persona esterna;
  2. per quanto concerne i funerali, sia il parroco competente a dare l’ultima raccomandazione e commiato, solo ed esclusivamente nel cimitero. La presenza del parroco sarà segno della vicinanza alla famiglia del defunto. Si assicurino i familiari che quando sarà cessata l’emergenza coronavirus, si celebrerà la S. Messa di suffragio;
  3. i parroci che lo vorranno, possono celebrare una sola S. Messa quotidiana “in diretta streaming” per la loro comunità; la Celebrazione Eucaristica non deve avere altra presenza che quella dell’operatore della diretta e di un ministrante. Io stesso celebrerò in streaming alle ore 18.00 dei giorni giovedì, venerdì e sabato e alle ore 10.15 di domenica, in queste tre settimane;
  4. riguardo al Sacramento della Riconciliazione: lo si amministri non nel confessionale, ma in chiesa, mantenendo la distanza di un metro dal penitente e assicurando la necessaria discrezione;
  5. per quanto concerne la Comunione agli ammalati: per precauzione nei confronti delle persone anziane e malate, che sono le più esposte al contagio, si sospenda tale servizio, spiegando che un regime così rigoroso è a tutela dei più fragili;
  6. non ci si astenga mai dall’amministrare l’Unzione degli infermi e di portare il Viatico ai moribondi. Al rito siano presenti solo pochissimi familiari;
  7. per il mese di marzo, viene cancellato il ritiro spirituale mensile del clero e quello delle religiose;
  8. si esorti, ove possibile attraverso i social, a pregare, a recitare il Rosario, a digiunare, ma mai in gruppi, anche piccoli, in chiesa o nelle case.

Le suddette disposizioni vanno ad integrare quelle già emanate il 5 marzo u.s.

Dopo attenta valutazione, insieme al nostro diacono don Antonio Miele, abbiamo insieme deciso che l’ordinazione presbiterale è rimandata al periodo immediatamente successivo alla cessazione dell’emergenza coronavirus.

In questo momento ci deve muovere ad agire un grande senso di amore e di responsabilità verso il prossimo, la cui vita è un bene fondamentale che non va messo a repentaglio con nessuna leggerezza, fidandoci di quello che il Ministero della Salute ci sta chiedendo, al fine di fronteggiare una situazione inedita per tutti. Ci animi anche un senso di cittadinanza che deve caratterizzare sempre il nostro essere cristiani.

Continuiamo ad affidarci a Dio Padre buono e a Cristo nostro Salvatore, per intercessione della Vergine Santa e dei Santi Patroni, unendo alla preghiera il sacrificio e la carità.

Ricordo tutti al Signore, soprattutto gli ammalati e le loro famiglie,

                                            † Luigi Renna

                                       Vescovo di Cerignola-Ascoli Satriano

Cerignola, 9 marzo 2020

 

La solidarietà per la Quaresima 2020 – Per superare le sbarre del carcere

La Quaresima è un tempo prezioso per accogliere la grazia che cambia la morte in vita. È un percorso che dura quaranta giorni ma che riguarda una vita intera, in quanto è tempo per “convertirsi e credere al Vangelo”. Se poi questa vita non è stata sempre facile, anzi piena di difficoltà e imprevisti, allora la Quaresima può diventare tempo di riscatto personale e sociale.

Seguendo queste linee la Caritas diocesana, sulla scia del Messaggio di papa Francesco per la Giornata Mondiale del Povero La speranza dei poveri non sarà mai delusa, ha ritenuto opportuno dedicare la Quaresima di quest’anno a processi di solidarietà nei confronti dei detenuti.

“In accordo con l’Ufficio Esecuzioni Penale Esterne del Tribunale di Foggia, abbiamo pensato di finanziare, con le offerte che provengono dalla raccolta della Quaresima di solidarietà, alcune borse lavoro per detenuti”, afferma don Pasquale Cotugno, direttore della Caritas diocesana, che aggiunge: “Alcuni ragazzi in parrocchia stanno scontando il loro fine pena, con una messa alla prova, dedicandosi alla manutenzione dei nostri spazi interni ed esterni, ma non possiamo fermarci a questo”, in quanto “è necessario offrire a questi ragazzi un nuovo orizzonte, una nuova speranza, una nuova vita”. È un progetto ambizioso quello della Caritas diocesana che non si limiterà alla formazione di questi giovani ma anche al loro inserimento nel mondo del lavoro, contattando alcune aziende resesi sensibili e disponibili a questa iniziativa.

“Ogni detenuto sarà seguito personalmente durante il percorso sempre a stretto contatto con l’U.E.P.E. – continua don Pasquale – Cercheremo di seguire le singole passioni per poter meglio indirizzare i giovani verso un percorso formativo che permetta la piena realizzazione di ciascuno: chi vorrà fare il pasticciere sarà mandato a formarsi in pasticcieria, chi vorrà dedicarsi alla manutenzione del verde andrà a formarsi in un corso da potatore e giardiniere”.  Le difficoltà non mancheranno, ma è certo  dell’esito positivo dell’iniziativa: “Sarà un percorso lungo, faticoso e forse pieno di insidie, ma siamo uomini di Dio, non misuriamo tutto con il tempo, la vittoria storica, come ben sappiamo, non è immediatamente verificabile, ma siamo certi di poter fare del nostro meglio”.

Il cuore della Quaresima diocesana sono i detenuti. Ciò, però, non significa distrazione dalle altre realtà difficili della nostra diocesi, alle quali la Caritas diocesana dedica tantissime energie. Con i suoi centri di ascolto sparsi in quasi tutte le parrocchie, la Caritas diocesana incontra ogni giorno famiglie costrette a lasciare la loro terra per cercare forme di sussistenza altrove; orfani che hanno perso i genitori o che sono stati violentemente separati da loro per un brutale sfruttamento; giovani alla ricerca di una realizzazione professionale ai quali è impedito l’accesso al lavoro per politiche economiche miopi; vittime di tante forme di violenza, dalla prostituzione alla droga. Come dimenticare, inoltre, i milioni di immigrati vittime di tanti interessi nascosti, a cui sono negate la solidarietà e l’uguaglianza. E i tanti senzatetto ed emarginati che si aggirano per le strade delle nostre città.

Liberare il terreno perché porti frutto – La lettera pastorale del vescovo Luigi Renna per la Quaresima e la Pasqua 2020

«Non vi stupite se fin dai primi giorni di Quaresima vi auguro Buona Pasqua, anzi “buon passaggio”, richiamandovi al senso della parola ebraica “pesah”, che ci dice il senso vero di questi quaranta giorni che ci condurranno al Triduo di Passione, Morte e Risurrezione di Gesù»: è l’incipit della nuova lettera pastorale – l’ottava dall’avvio del ministero episcopale nella Chiesa di Cerignola-Ascoli Satriano – del vescovo Luigi Renna «per la Quaresima e la Pasqua 2020», intitolata Liberare il terreno perché porti frutti (Grafiche Guglielmi, Cerignola 2020). Sulla scia del Messaggio dell’episcopato di Capitanata – Per amore del nostro popolo (cf Is 62,1) – distribuito tra i fedeli del foggiano in occasione del Mercoledì de Le Ceneri, il vescovo Renna esamina e descrive – a più livelli e a tutti i livelli – il tema della legalità, in un momento storico in cui il territorio diocesano registra, all’interno di un clima di diffusa insicurezza sociale, dall’ottobre dello scorso anno lo scioglimento per infiltrazioni mafiose dell’Amministrazione Comunale di Cerignola e negli ultimi mesi un’accentuata ed evidente escalation del fenomeno criminale nella cittadina di Orta Nova.

Lasciandosi guidare dal Libro dell’Esodo – «il libro biblico che ci parla del passaggio dalla schiavitù dell’Egitto all’alleanza con Dio del popolo di Israele» – il pastore della Chiesa locale sviluppa un’obiettiva ed efficace analisi della difficile realtà vissuta dalla sua contemporaneità, invitando i diocesani a reagire per la costruzione di «un futuro migliore, fatto di legalità e autenticamente ispirato al bene comune»: «Liberiamo il terreno dal malaffare, dal qualunquismo, dalla superficialità, dalla rassegnazione – è l’accorata esortazione del Vescovo – che sono il terreno di coltura della mafia, come lo sono l’omertà, l’individualismo, l’idolatria del denaro e del quieto vivere», allo scopo di non tradire «le nostre responsabilità di cristiani!».

La voce del Vescovo non teme di individuare le molteplici e diversificate forme di «schiavitù» mafiose rilevabili nell’economia come fra gli imprenditori, nella politica come nella pubblica amministrazione, senza dimenticare che «anche il semplice cittadino può rubare in svariati modi». L’affannosa rincorsa del denaro, del potere e del successo a ogni costo, infatti, come le «piccole e grandi forme di corruzione», i «modi di uccidere, dall’aborto al diniego del riconoscimento della dignità dell’altro», nonché la moda della «calunnia» e il «modo di giudicare gli altri, soprattutto sui social network», se da una parte favoriscono il «controllo dispotico dell’economia» e gli «assalti continui alla democrazia», dall’altra minacciano il «retto funzionamento dell’amministrazione della cosa pubblica»». Una denuncia chiara che fotografa in maniera nitida i chiaroscuri della «“sottrazione” di vita che la mafia sta “regalando” alla nostra terra», per contrastare la quale occorre ripartire dalle «nostre coscienze» e dai «nostri stili di vita», allo scopo di “passare” – illuminati dai colori della Pasqua – «dalla schiavitù alla libertà dei figli di Dio».

Non è, quindi, un caso se le pagine finali del più recente intervento del magistero del Vescovo di Cerignola-Ascoli Satriano invitano, in forma pastorale e pedagogica, a un meditato «Esame di coscienza» su argomenti che, nella loro incisività, si rivelano attenti al territorio, individuando nel progetto formativo di san Giovanni Bosco (1815-1888) – sintetizzato dal principio «Buoni cristiani e onesti cittadini» e dalla «Politica del Padre Nostro» – la guida per una cittadinanza pregna di “umanesimo educativo”, capace di sostituire alla solitudine dell’“io” tipico della cultura mafiosa l’armonia del “Noi” comunitario: «Qualcuno – scrive il Vescovo – potrà ricevere una grande grazia, quella di scoprire che è connivente con la mafia in una maniera forte. Non si senta un reietto, uno scarto, un irrecuperabile! La conversione è una grande grazia». A questo proposito, Liberiamo la speranza è il titolo del progetto ideato dalla Caritas diocesana per la Quaresima di quest’anno, realizzato in collaborazione con l’Ufficio Esecuzioni Pene Esterne del Tribunale di Foggia, teso al reinserimento di quanti, dopo aver commesso un reato, volessero rimediare alle conseguenze delle proprie azioni con il “passaggio” nel mondo del lavoro, dell’impresa sociale e della cooperazione.

Non soltanto, quindi, riflessioni utili ad accompagnare i fedeli durante il cammino quaresimale, ma anche – e soprattutto – un chiaro indirizzo carico di dottrina sociale della Chiesa, cadenzato dai riferimenti al Catechismo della Chiesa Catechismo; sostenuto della voce del cardinale Matteo Zuppi, prete di strada e arcivescovo di Bologna; redatto alla scuola di papa Francesco, secondo il quale, come si legge nel suo più recente Messaggio per la Quaresima, «La Pasqua di Gesù non è un avvenimento del passato: per la potenza dello Spirito Santo è sempre attuale e ci permette di guardare e toccare con fede la carne di Cristo in tanti sofferenti».

Nel solco della santità Il nuovo volume fotografico della Ditta Belviso di Cerignola

Continuano ad attirare l’attenzione i duecento anni che, a livello locale, separano l’oggi dallo ieri quando, nel 1819, l’antica arcipretura nullius di Cerignola fu elevata a sede vescovile (1819-2019) e unita aeque principaliter alla già cattedra episcopale di Ascoli Satriano. Si intitola Nel solco della santità. Bicentenario della Diocesi di Cerignola il nuovo volume di oltre trecento pagine pubblicato dalla Ditta Belviso, che sarà presentato nel Salone “Giovanni Paolo II” dell’Episcopio (Piazza Duomo), sabato, 7 marzo 2020, a partire dalle ore 19,30.

Moderati dalla prof.ssa Angiola Pedone dell’Ufficio Diocesano per le Comunicazioni Sociali, Sua Ecc. Mons. Luigi Renna, vescovo della diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano; il dott. Franco Conte, curatore del volume; il prof. Angelo Giuseppe Dibisceglia, docente di Storia della Chiesa, illustreranno da prospettive diverse i contenuti del nuovo progetto editoriale, composto in gran parte da fotografie a colori arricchite dai contributi di Vescovi legati alla Chiesa diocesana e di sacerdoti del presbiterio locale.

“Nel tempo del mordi e fuggi – scrive nella Presentazione del libro Luigi Belviso – un libro fa esattamente il contrario, si candida a rimanere sempre attuale, contiene sempre qualcosa di vecchio e tanto di nuovo. Le fotografie non sono solo immagini da guardare, ma restano impresse sulla carta così come negli occhi di chi le guarda, sono indistruttibili come lo sono le foto raccolte in questo libro”.

“Per amore del nostro popolo” (cf. Is 62,1) Il Messaggio dei Vescovi della Capitanata sulla legalità per la Quaresima 2020

Si lascia ispirare dalla voce del profeta Isaia – “Per amore del nostro popolo” (cf. Is 62,1) – il Messaggio dell’episcopato di Capitanata sulla legalità, che sarà distribuito dal Mercoledì de Le Ceneri nelle parrocchie del foggiano. In una fase in cui il territorio locale patisce il malaffare e la delinquenza, nonché l’infiltrazione mafiosa in alcune delle Amministrazioni Comunali, determinandone lo scioglimento come è avvenuto, negli ultimi quattro anni, a Monte Sant’Angelo, Mattinata, Cerignola e Manfredonia, i Pastori delle Chiese locali – Vincenzo Pelvi, arcivescovo di Foggia-Bovino; p. Franco Moscone crs, arcivescovo di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo; Luigi Renna, vescovo di Cerignola-Ascoli Satriano; Giuseppe Giuliano, vescovo di Lucera-Troia; Giovanni Checchinato, vescovo di San Severo – non evitano di far risuonare l’invito a considerare la Quaresima come «il tempo privilegiato» di quel pellegrinaggio che, illuminato dalla legalità, cancelli «il buio del cuore» che oscura il «nostro territorio».

Nella collegialità e nella sinodalità, i «Pastori delle Chiese che sono in Provincia di Foggia» denunciano con chiarezza gli omicidi e i tentati omicidi, le sparatorie e gli atti intimidatori, le estorsioni, i furti, il riciclaggio di denaro derivante dallo spaccio di droga, sollecitando una autentica e vera conversione per uno stile di vita «più trasparente», segnato da onestà e rettitudine. Alla «cultura della minaccia», che in Capitanata parla il codice della «paura» e della «risposta omertosa», provocando quella «desertificazione strisciante» all’origine della «fuga dei giovani», i Vescovi contrappongono il linguaggio di un impegno deciso e decisivo per «risvegliare le coscienze, educare al senso civico, formare persone che abbiano il coraggio di assumere la responsabilità di essere onesti cittadini», allo scopo di «promuovere la missione della politica e costruire modelli sani di imprenditorialità».

«Fratelli e sorelle, coraggio!» è l’unanime e assordante implorazione che chiede, dopo «un serio esame di coscienza, di denunciare, reagire e agire»: «Impegniamoci – si legge nel Messaggio – ad abbandonare il desiderio di dominare gli altri e impariamo a guardarci a vicenda come persone, come figli di Dio, come fratelli, che testimoniano quella cultura dell’incontro così da non ignorare i deboli, scartare i più fragili e gli ultimi, idolatrare il denaro». Nasce da tali riflessioni, l’invito a non lasciarsi «rubare la speranza»: solo insieme, favorendo «alleanze con tutti coloro che amano le buone pratiche e i comportamenti virtuosi», sarà possibile svestirsi dell’abito vecchio per indossare la veste nuova della «Chiesa in uscita» e di una «società che guarda al futuro», capace di costruire «una casa comune, solida e ricca di prospettive».

La Quaresima di quest’anno, quindi, in Capitanata, sarà un corale e unanime «cammino di legalità», guidato dalle pagine di quella Parola – è la conclusione dei Vescovi alla scuola di papa Francesco – che permette a tutti e a ciascuno, proiettati verso la «Pasqua di Gesù», di «sperimentare la sua misericordia gratuita per noi».