Omelia nell’82° anniversario della morte del Servo di Dio ‘Don Antonio Palladino’

16-05-2008

Carissimi,

1. avete udito il salmista “”benedire”” e “”lodare”” il Signore, “”celebrare”” ed “”esaltare”” il Suo santo nome perché, ha cercato il Signore e gli ha risposto, ha gridato e il Signore lo ha ascoltato e lo ha liberato dalle sue angosce.

Come non far nostra questa gioiosa esperienza dell'autore sacro riflessa in questo inno di benedizione e di ringraziamento, nel giorno in cui la nostra Chiesa diocesana è qui raccolta per professare come Pietro la fede nel Signore Gesù,

Vivente e sempre Veniente tra noi, e magnificarlo perché ci permette di ricordare in letizia l'ottantaduesimo anniversario del Servo di Dio nel suo piissimo transito?

La vicenda esistenziale dell'autore sacro, gettata nel canto comune dell'assemblea, è stata immessa nel circuito vivo di noi qui convenuti, perché essa si trasformi in messaggio per tutti: “”Guardate a lui e sarete raggianti, contemplateLo e brillerete di gioia”” (Sal 33,6)...

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