«Secondo le fonti agiografiche, Potito, originario dell’odierna Sofia, era figlio di un ricco pagano e, grazie alla Sua fede cristiana, liberò dal demonio la figlia dell’imperatore Antonino. Dopo aver subito diverse torture, fu decapitato e sepolto nei paludosi dintorni del torrente Carapelle. Secondo la tradizione agiografica locale, sarebbe nato ad Ascoli Satriano, dove la comunità cristiana di questo antico centro Lo venerò subito come Santo: il primo Santo storicamente attestato e venerato nella Daunia. Molti documenti riguardanti il culto per il Santo sono andati distrutti nel corso dei secoli, ma ci sono giunte due pergamene di Montevergine, del 1118 e del 1129, che attestano, ad Ascoli Satriano, di una chiesa a Lui intestata, restaurata ed abbellita nel XVII secolo. Nel 1873 una reliquia fu donata alla comunità di Ascoli Satriano e fu riposta in un reliquiario d’argento». Con decreto del 16 dicembre 2001, esaminato quanto contenuto nel Martirologio, il vescovo Felice di Molfetta ha stabilito che la solennità del patrono San Potito Martire, è da celebrarsi il 14 gennaio, e non più il 13, come avvenuto fino al 2001. In quella data, annualmente, il solenne pontificale e la processione cittadina onorano il santo martire.