La confraternita si presenta sin dalle sue origini come un corpo laicale autonomo, organizzato democraticamente, con proprio statuto e amministrazione, avente per scopo principale la “Salus animarum” dei membri. La dimensione religiosa è essenziale alla Confraternita ed è questa che la distingue dalla corporazione che è un corpo organizzato per scopi professionali.
La “Salus animarum” dei soci si realizza con la partecipazione “in vita e in morte” ai meriti delle buone opere e della preghiera dei consociati. L’origine delle Confraternite è da collocarsi nel Medioevo (secoli X – XV) Questi corpi associati ai moltiplicano e si raggruppano per lo più in tre grandi famiglie:
1) Le Confraternite di mestiere, le quali uniscono attorno al culto del Santo Patrono i membri di una stessa professione.
2) Le Confraternite di devozione, nelle quali, generalmente, sotto la protezione del Clero e degli ordini Religiosi, si raccolgono tutti coloro che sono attratti da una stessa forma di pietà, ad esempio il culto all’Eucarestia o al Rosario.
3) Le Confraternite di penitenti, le quali si orientano per lo più verso azioni concrete, come la lotta all’eresia, in seguito sviluppano un’azione caritativa, come l’assistenza negli ospedali, l’aiuto al momento della morte.
Le opere di misericordia, diventano uno dei cardini dell’azione confraternale, e sono proprio queste associazioni, che nel Medioevo aggiungono alle sei evangeliche la settima opera di misericordia: la sepoltura dei morti.
Le Confraternite, a partire dal secolo XIV, rappresentano la forma associativa volontaria più capillarmente diffusa nell’Europa Cristiana. Esse si collocano tra l’Ordo Clericorum e Monasticum e il popolo di Dio.
Dal secolo XIII al XV la gran parte dei laici adulti cristiani è iscritta alle Confraternite, molti in più di una, per rafforzare i vincoli spirituali e temporali.
Nei secoli XVI e XVII le Confraternite rappresentano la terza forza per cristianizzare la società, con il progetto di cogliere le masse dei fedeli.
La parrocchia va in crisi e le Confraternite diventano i gruppi più aggregati, talvolta posti in contrapposizione alla stessa parrocchia. Nei secoli XVIII – XIX le Confraternite entrano in un periodo di grave crisi.
Molte terminano la loro esistenza, altre si affievoliscono nella loro operosità. Le nuove, per lo più, sono assorbite nella spiritualità devozionale, senza ingerirsi con novità, come nei secoli precedenti, nella struttura sociale.
L’unico spazio in cui riescono a muoversi è quello del culto, particolarmente nelle processioni.
Restano tuttavia l’unica forma associativa di vita religiosa per larga parte dei cristiani. L’opposizione più radicale e più viva alle Confraternite muove dalle nuove concezioni sociali, politiche e religiose del 700.
Oggi, pastoralmente, le Confraternite rivestono nel patrimonio religioso e culturale delle popolazioni le più qualificate e imponenti manifestazioni della religiosità popolare di cui si va riscoprendo, non solo la sua valenza storico – culturale, ma anche quella pastorale ed è stata considerata come valido punto di partenza per iniziare l’evangelizzazione da condurre poi ad una piena maturità, vagliata nella vita cristiana quotidiana. Devono essere presenti al servizio della comunità, immerse nel contesto sociale, operanti nell’alleviare cristianamente bisogni e sofferenze, attive nel creare occasioni e modi di preghiera popolare in una profonda e sentita religiosità e devozione ai Patroni prescelti.