Maria Santissima di Ripalta

Dichiarata protettrice nel 1859, l’icona rappresenta la Vergine «seduta su di un trono riccamente ornato di palmette, con cuscino rosso. Indossa sulla tunica azzurra un maphorion rosso cupo profilato in oro e trapunto di stelle, dal quale spunta una cuffia del colore della veste. Regge il Bambino con la destra. Questi indossa una corta tunica di color rosso ruggine, con sottili crisografie, fermata in vita da un’alta fascia rosso-arancio. Benedice con la destra, mentre con la sinistra regge il rotulo. I nimbi sono realizzati a pastiglia con un motivo a reticolo rilevato. Gli angoli superiori sono occupati dalle figure di due angeli reggituribolo, su nuvolette, certo aggiunte seriori. Il retro della tavola è diviso in due riquadri dai tre listelli di sostegno alle assi, fissati su di una sottile tela bianca, amalgamata al legno con mestica e imprimitura, probabilmente nella seconda metà del Cinquecento. Nel riquadro superiore è un disco raggiato con dodici raggi ondulati, al centro di un disco più grande orlato da un nastro, stemma della famiglia Caracciolo, feudataria di Cerignola nel XVI secolo. Nel riquadro inferiore vi sono quattro cornucopie ricolme di frutta, tenute insieme a mo’ di nastro continuo da quattro mascheroni» (Pina Belli D’Elia D’Elia, M. Stella Calò Mariani, Valentino Pace, Icone di Puglia e Basilicata dal Medioevo al ‘700, Milano, Mazzotta, 1988, p. 113). La festa patronale è celebrata l’8 settembre.

PREGHIERA ALLA MADONNA DI RIPALTA

Vergine bella, Madre dolcissima di Ripalta,
nostra potentissima Avvocata e Protettrice!
Il nostro cuore ti ama e si commuove
al ricordo delle tue misericordie e del tuo amore per noi!
La tua immagine è luce, è conforto, è sollievo,
è gioia alla nostra povera vita, ripiena d’insidie e di amarezze.
Noi perciò in te confidiamo:
stendi la tua mano di Madre
e sollevaci da tutte le tribolazioni
che ci affannano in questo misero esilio.
Facci sentire la tua parola di Paradiso
nelle dure sofferenze di questa terra;
guardaci in ogni tempo dall’alta ripa dell’Ofanto,
ove siedi pietosa a comune conforto di noi tuoi figli;
aiutaci in ogni nostro bisogno spirituale e temporale;
fa’ piovere su di noi le acque della Divina Grazia,
perché, vivendo quaggiù la tua vita d’amore,
possiamo un giorno vivere la tua vita di gloria
nella bellezza dei cieli.
Lo speriamo e così sia.

Salve o Regina…