Caritas

“Pietra di Scarto” e Caritas Diocesana ricevono il Premio “Chiara Lubich – Manfredonia città per la fratellanza universale”

Nella splendida cornice della Sala Marianna De Fusco, all’interno del Santuario della Madonna di Pompei, ha avuto luogo la 13^ edizione del Premio “Chiara Lubich – Manfredonia città per la fratellanza universale”, organizzato dall’Associazione “Mondo Nuovo”.

Obiettivo degli organizzatori è diffondere il valore della fraternità nel ricordo di Chiara Lubich, Serva di Dio, figura esemplare che  ha sempre incarnato e diffuso il valore della fraternita’ tra tutti gli uomini.

Nelle scorse edizioni il premio è stato consegnato a varie personalita’ e associazioni che si sono distinte nel campo della solidarietà: il prof. Stefano Zamagni dell’Università di Bologna”, il Prof. Luigino Bruni per l’Economia Civile e l’Economia di Comunione, la Comunita’ di Sant’Egidio, la Casa Editrice Citta’ Nuova’, il Centro Internazionale “La Pira” di Firenze, l’AIPEC  per l’economia di Comunione, il Popolo Bangwa del Camerun, la Sindaca Giusy Nicolini e tutta la popolazione di Lampedusa per la grande accoglienza agli immigrati.

Tra i premiati di questa edizione ci sono stati anche due realtà di Cerignola: la Caritas Diocesana e la Cooperativa Sociale “Pietra di Scarto”.

Ad entrambe è stato riconosciuto il grande valore del lavoro svolto verso i più fragili, attraverso azioni che mettono in luce la possibilità per le persone di autodeterminarsi, tornando ad essere protagonisti delle proprie esistenze.

Una delle iniziative evidenziate è stato il progetto “Salsa Bakhita”: realizzato in sinergia presso il ghetto di “Tre Titoli” a Cerignola con il coinvolgimento di “Casa Bakhita”, centro pastorale gestito dalla Caritas, ha visto la produzione di pomodoro ciliegino presso i terreni adiacenti la struttura, coinvolgendo nell’attività agricola persone residenti nel ghetto e assunte dalla Cooperativa.

La materia prima è stata successivamente trasformata presso il Laboratorio di Legalità “Francesco Marcone”, bene confiscato dalla Cooperativa Sociale “Pietra di Scarto” in cui si realizzano inserimenti lavorativi per persone in situazione di fragilità.

A ritirare il premio sono stati il Direttore della Caritas, Don Pasquale Cotugno, e il Presidente di “Pietra di Scarto”, Pietro Fragasso.

“Abbiamo da sempre una grande attenzione ad avviare azioni sinergiche con il terzo settore della nostra Diocesi” – ha detto Don Pasquale Cotugno, ritirando il premio.

Salsa Bakhita è un progetto che ha avuto la presunzione di avviare azioni di lavoro regolare in un luogo caratterizzato da sfruttamento e sofferenza. Bakhita vuol dire “Fortunata”:ecco questa passata di pomodoro rappresenta un segno di riscatto sociale sul nostro territorio”

“Siamo qui a rappresentare quella che da 27 anni è l’eresia delle Pietre di Scarto che diventano testate d’angolo, provando ad andare oltre l’elemento religioso e facendone un manifesto di  impegno civile” – ha continuato Pietro Fragasso.

“Proviamo a vivere quotidianamente un modello di antimafia radicale che non delega ma decide di fare la propria parte e lo fa – nel nostro caso – trasformando quello che era un bene mafioso in un luogo di riscatto di uomini e donne che condividono la sorte provando a realizzare quella che è l’ambizione di ciascuno di noi: una giustizia sociale che sia viatico al raggiungimento della propria felicità”.

“Una storia sbagliata”: il libro di Giancarlo Visitilli sarà presentato nel Centro Educativo “Diorama”

Si svolgerà mercoledì, 22 marzo 2023, alle ore 18,30, nel Centro Educativo “Diorama”, sito in Vico V Addolorata 79 a Cerignola, la presentazione del libro di Giancarlo Visitilli “Una storia sbagliata”, iniziativa organizzata dalla Cooperativa Sociale “Charlie fa Surf” in collaborazione con la Caritas Diocesana di Cerignola-Ascoli Satriano. Il prof. Visitilli, già ospite della Settimana Sociale Diocesana più recente, è insegnante liceale di Lettere, e ha fondato la cooperativa sociale “Bambini di Truffaut”, che cura infanzie e adolescenze disagiate; organizza e dirige il Festival “Cinema&Letteratura del racconto, il Film”; collabora con cantautori e scrittori ed è giornalista nonché critico cinematografico (per “la Repubblica” e, per il “Corriere del Mezzogiorno”); ha pubblicato “E la felicità, prof?” (Einaudi, 2012), diventato uno spettacolo teatrale, “La pelle in cui abito” (Laterza, 2019), “È bravo ma potrebbe fare di più. Ha le capacità ma non le sfrutta” (Progedit, 2021).

“Una storia sbagliata” (LiberAria, 2022) è il suo primo romanzo, così sintetizzato nella quarta di copertina: “Saverio ha sedici anni, una vita familiare difficile e una rapina finita male alle spalle. Anche Anna ha sedici anni, frequenta il liceo classico e proviene da una famiglia benestante di Bari. Il destino che li unisce sarà lo stesso che li dividerà, uno in carcere, l’altra fuori ad aspettarlo e a cercare notizie sul suo conto. Fra loro la scuola, gli assistenti sociali e i familiari ma anche il teatro, la letteratura, il cinema e la musica come ancore di salvezza, tentativi di sfuggire a un destino”.

Visitilli, nel suo romanzo, ci accompagna in una Bari dicotomica, abitata da case borghesi e periferie degradate che sono lo sfondo di “Una storia sbagliata” come tante, in cui si fronteggiano amore e violenza in una geografia fatta di spazi umani, rette parallele senza punti fissi, dove l’unica speranza che rimane è nello sguardo degli adolescenti. Una storia senza redenzione, in cui lo spazio e il tempo diventano categorie adatte solo per il volo, per andare via senza previsione di ritorno.

Introdurranno la presentazione il dott. Gaetano Panunzio, presidente della Cooperativa Sociale “Charlie fa Surf” e don Pasquale Cotugno, direttore della Caritas diocesana. Sarà presente l’Autore che dialogherà con la dott.ssa Carla Conte, coordinatrice del Centro “Diorama”: “Questo evento – dichiara la dott.ssa Conte – rappresenta per noi un’opportunità per mettere a fuoco le dinamiche giovanili inserite in un contesto socioculturale molto simile a quello in cui noi operiamo. Costituisce, soprattutto, una sfida: coinvolgere le famiglie dei ragazzi da noi seguiti per metterle a confronto con i figli. Il nostro ruolo di educatori è anche quello di costruire dei ponti dialogici tra genitori, figli e agenzie educative”.

Terremoto in Turchia e Siria: prendiamoci cura delle vittime

“Il mio pensiero va, in questo momento, alle popolazioni della Turchia e della Siria duramente colpite dal terremoto, che ha causato migliaia di morti e di feriti. Con commozione prego per loro ed esprimo la mia vicinanza a questi popoli, ai familiari delle vittime e a tutti coloro che soffrono per questa devastante calamità. Ringrazio quanti si stanno impegnando per portare soccorso e incoraggio tutti alla solidarietà con quei territori, in parte già martoriati da una lunga guerra”.

Facciamo nostro l’appello di papa Francesco, al termine dell’udienza generale di mercoledì, 8 febbraio, rinnovando la nostra profonda partecipazione alle sofferenze e ai problemi delle popolazioni di Turchia e Siria provate dal terremoto. Per far fronte alle prime urgenze e ai bisogni essenziali di chi è stato colpito da questa calamità, la CEI ha disposto un primo stanziamento di 500.000 euro dai fondi dell’8xmille per iniziative di carità di rilievo nazionale. Tale somma sarà erogata tramite Caritas Italiana, già attiva per alleviare i disagi causati dal sisma e a cui è affidato il coordinamento degli interventi locali. Continua a crescere, infatti, il numero delle vittime accertate, mentre sono ancora diverse migliaia le persone disperse e quelle ferite. Drammatica anche la condizione dei sopravvissuti, che hanno bisogno di tutto, stretti tra le difficoltà del reperimento di cibo e acqua e le rigide condizioni climatiche.

Consapevole della gravità della situazione, la Presidenza della CEI ha deciso di indire una colletta nazionale, da tenersi in tutte le chiese italiane domenica, 26 marzo 2023 (V di Quaresima): sarà un segno concreto di solidarietà e partecipazione di tutti i credenti ai bisogni, materiali e spirituali, delle popolazioni terremotate. Sarà anche un’occasione importante per esprimere nella preghiera unitaria la nostra vicinanza alle persone colpite.

“Nella nostra diocesi – dichiara don Pasquale Cotugno, direttore della Caritas – per espressa volontà del nostro vescovo Fabio Ciollaro, sarà possibile anticipare la colletta  al Mercoledì delle Ceneri. Ogni persona di buona volontà, al di là del giorno della colletta, potrà partecipare a questa raccolta attraverso una donazione fino al 27 aprile. Confidiamo nella generosità di tutto il nostro territorio (singoli cittadini, associazioni, imprese) che ha sempre mostrato una grande sensibilità nel soccorrere chi ha bisogno di un aiuto concreto”.

“La Quaresima – continua don Pasquale –, come ci ricorda papa Francesco, è tempo di carità e rimane la più alta espressione della nostra fede e della nostra speranza. Una carità che oggi vuol dire prendersi cura di chi si trova in condizioni di sofferenza, abbandono o angoscia a causa del terremoto in Siria e Turchia. La carità è dono che dà senso alla nostra vita e grazie al quale consideriamo chi versa nella privazione quale membro della nostra stessa famiglia, amico, fratello”. Infatti “il poco, se condiviso con amore, non finisce mai, ma si trasforma in riserva di vita e di felicità. Così avvenne ‘per i pani che Gesù benedice, spezza e dà ai discepoli da distribuire alla folla’. Così avviene ‘per la nostra elemosina, piccola o grande che sia, offerta con gioia e semplicità’”.

Sin d’ora è, comunque, possibile sostenere gli interventi di Caritas Italiana per questa emergenza, utilizzando il bonifico bancario e specificando nella causale “Terremoto Turchia-Siria 2023” tramite:

  • Banca Intesa Sanpaolo, Diocesi di Cerignola – Ascoli Satriano, Piazza Duomo 42 – 71042 Cerignola Fg

IBAN: IT50X0306909606100000105081 CAUSALE: Caritas diocesana emergenza Terremoto Siria-Turchia.

 

“Nessuno può salvarsi da solo. Ripartire dal Covid-19 per tracciare insieme sentieri di pace” – La Marcia Diocesana della Pace a Cerignola

Si terrà sabato, 21 gennaio 2023, dalle ore 16,30, con partenza dalla piazza antistante la chiesa di Cristo Re, la Marcia Diocesana della Pace, organizzata in occasione della 55a Marcia Nazionale della Pace che quest’anno ha avuto come tappa nazionale Altamura. Il tema scelto per questa edizione è “Nessuno può salvarsi da solo. Ripartire dal Covid-19 per tracciare insieme sentieri di pace”.
“Cosa, dunque, ci è chiesto di fare? – scrive papa Francesco nel Messaggio – Anzitutto, di lasciarci cambiare il cuore dall’emergenza che abbiamo vissuto, di permettere cioè che, attraverso questo momento storico, Dio trasformi i nostri criteri abituali di interpretazione del mondo e della realtà. Non possiamo più pensare solo a preservare lo spazio dei nostri interessi personali o nazionali, ma dobbiamo pensarci alla luce del bene comune, con un senso comunitario, ovvero come un ‘noi’ aperto alla fraternità universale. Non possiamo perseguire solo la protezione di noi stessi, ma è l’ora di impegnarci tutti per la guarigione della nostra società e del nostro pianeta, creando le basi per un mondo più giusto e pacifico, seriamente impegnato alla ricerca di un bene che sia davvero comune. (…) E allora, siamo chiamati – continua il Pontefice – a far fronte alle sfide del nostro mondo con responsabilità e compassione. Dobbiamo rivisitare il tema della garanzia della salute pubblica per tutti; promuovere azioni di pace per mettere fine ai conflitti e alle guerre che continuano a generare vittime e povertà; prenderci cura in maniera concertata della nostra casa comune e attuare chiare ed efficaci misure per far fronte al cambiamento climatico; combattere il virus delle disuguaglianze e garantire il cibo e un lavoro dignitoso per tutti, sostenendo quanti non hanno neppure un salario minimo e sono in grande difficoltà. Lo scandalo dei popoli affamati ci ferisce. Abbiamo bisogno di sviluppare, con politiche adeguate, l’accoglienza e l’integrazione, in particolare nei confronti dei migranti e di coloro che vivono come scartati nelle nostre società. Solo spendendoci in queste situazioni, con un desiderio altruista ispirato all’amore infinito e misericordioso di Dio, potremo costruire un mondo nuovo e contribuire a edificare il Regno di Dio, che è Regno di amore, di giustizia e di pace”.
La Marcia visiterà alcuni luoghi cittadini, significativi durante il periodo pandemico. Ogni tappa illustrerà la testimonianza di uomini e donne che hanno dato un forte segno di speranza, sia durante l’emergenza che nell’attuale contesto di guerra. Ogni gruppo, associazione, parrocchia, durante il percorso, animerà la Marcia con canti e slogan, striscioni e cartelloni. Tutti siamo chiamati a camminare insieme per testimoniare che la pace è possibile e realizzabile: uomini, donne, ragazzi e bambini, accogliendo l’invito di papa Francesco a diventare “artigiani di pace”, possiamo essere segno di cambiamento nel nostro territorio.

Servizio Civile Universale – Caritas diocesana Cerignola – Ascoli Satriano – Avviso Bando 2022

La nostra Caritas Diocesana vede finanziati 2 progetti in Italia, per un totale di 24 posti. I progetti hanno una durata di 12 mesi. I due progetti sono:

  • Sostenere la speranza-Caritas Cerignola, che prevede l’impiego di 12 volontari (3 per ogni sede), da impiegare nelle seguenti sedi: Casa della Carità, piano san Rocco, snc – Cerignola; Parrocchia sant’Antonio, via Cola di Rienzo, 2 – Cerignola, Parrocchia SS. Crocifisso, via Emilia Romagna, snc – Orta Nova, Parrocchia San Giuseppe, Piazza Padre Pio, snc – Carapelle;
  • Potenziare i processi educativi-Caritas Cerignola, Che prevede l’impiego di 12 volontari (3 per ogni sede) da impiegare nelle seguenti sedi: Centro educativo Diorama, via V Addolorata, 79 – Cerignola; Parrocchia san Francesco d’Assisi/Sostegno scolastico, via sant’Agostino, 12 – Cerignola, Parrocchia san Leonardo Abate, via Stella, 1 – Cerignola, Parrocchia Cristo Re, via Piave, 4 – Cerignola.

La scadenza per le domande da parte dei giovani è fissata al 10 febbraio alle ore 14.00

Torna “Salsa Bakhita”: Caritas e “Pietra di Scarto” nel ghetto di Tre Titoli per coltivare dignità

“Fortunata”: questa è la traduzione di Bakhita, la santa schiava del Darfur a cui la Caritas Diocesana di Cerignola-Ascoli Satriano ha voluto intitolare la struttura costruita in Contrada “Tre Titoli”, undici chilometri dal centro abitato, in pieno “Ghetto Ghana”, luogo di fatica e dolore per i tanti migranti in cerca di una possibilità nel nostro Paese, che però dell’Italia hanno visto solo il lato peggiore: quello dello sfruttamento e dell’esclusione.

“Fortunata” come la passata di pomodoro ciliegino, che da il nome a questo progetto alla sua seconda annualità, che vede protagonista la Caritas Diocesana insieme ad una storica realtà del terzo settore cittadino: la Cooperativa Sociale “Pietra di Scarto”, da sempre impegnata nella lotta al caporalato.

“Salsa Bakhita”: questo il nome dell’iniziativa che ha visto nuovamente impiegata la cooperativa nella coltivazione di circa 10.000 piantine di pomodoro sui terreni circostanti “Casa Bakhita”, un centro pastorale fortemente voluto dalla Diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano per portare servizi agli abitanti di questo “non luogo”, fatto di esclusione sociale e fatica di vivere.

Per la gestione dell’appezzamento sono state assunte dalla Cooperativa persone migranti provenienti da un percorso fatto di difficoltà e sofferenza, segnalate dalla Caritas Diocesana.

Il risultato finale è un prodotto che, per la prima volta, è stato trasformato presso il nuovo opificio situato all’interno del Laboratorio di Legalità “Francesco Marcone”, bene confiscato alla mafia che “Pietra di Scarto” gestisce dal 2010.

“Salsa Bakhita rappresenta per noi un segno – dichiara don Pasquale Cotugno, direttore della Caritas Diocesana – che ci parla di dignità del lavoro e di diritti. Un segno che continua a parlarci e a indicarci una strada da percorrere, la strada del riscatto sociale per formare una società in cui nessuno si senta escluso e dove le diversità vengono sempre integrate. Non abbiamo la presunzione di risolvere il problema del caporalato nel nostro territorio, crediamo però che siamo chiamati a realizzare segni di Speranza attraverso i quali le catene della schiavitù possono essere spezzate”.

“Siamo stati molto felici di poter includere anche la fase della trasformazione all’interno della filiera di produzione”, afferma Pietro Fragasso, presidente della “Pietra di Scarto”. “E lo siamo ancora di più perche molte delle persone impiegate in questa operazione – soprattutto donne – provengono da situazioni di sfruttamento all’interno di ‘magazzini’, dove si lavora spesso in condizioni estreme, senza contratto e con orari folli. Con questa esperienza di sinergia tra Caritas e noi proponiamo un’altra strada. Salsa Bakhita rappresenta un prodotto che racconta il riscatto di esseri umani finalmente liberati dallo sfruttamento, protagonisti di un lavoro dignitoso. Un prodotto ‘giusto’ e solidale che può diventare simbolo di un territorio desideroso di riscatto”.

Gli introiti dell’iniziativa serviranno a sostenere nuove progettualità e a sviluppare opportunità occupazionali per persone in situazione di fragilità.

Per info e prenotazioni: www.pietradiscarto.itordini@pietradiscarto.it

“Nella mia ora di libertà”: un progetto per la giustizia riparativa – L’impegno della Caritas diocesana per l’integrazione

Si è conclusa lo scorso 17 novembre la prima fase del Progetto Sperimentale di Giustizia Riparativa “Nella mia ora di Libertà”, che impegna, insieme ad altre, la Caritas della diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano. Come ci ricorda papa Francesco: “La cultura della giustizia riparativa è l’unico e vero antidoto alla vendetta e all’oblio, perché guarda alla ricomposizione dei legami spezzati e permette la bonifica della terra sporcata dal sangue del fratello”. “Il perché amministrare – continua il pontefice – ci rimanda al significato della virtù della giustizia. Per la Bibbia saper rendere giustizia è il fine di chi vuole governare con sapienza, mentre il discernimento è la condizione per distinguere il bene dal male”. Il titolo del progetto si ispira alla celebre canzone di Fabrizio De Andrè dove, in un verso, canta “Per quanto voi vi crediate assolti, siete pur sempre coinvolti”.

Il Progetto – dichiara il direttore della Caritas, don Pasquale Cotugno – mira a creare una nuova cultura della giustizia e soprattutto del coinvolgimento di tutta la comunità civile ed ecclesiale con l’obiettivo di sentirci tutti corresponsabili nei processi di integrazione e riparazione. Non possiamo fermarci e limitarci a guardare e giudicare, ma dobbiamo mettere in atto processi di riconciliazione, dove ogni ostacolo, che non permette a ogni essere umano il raggiungimento della sua dignità, viene eliminato”. La Caritas Diocesana è stata selezionata per lo svolgimento di questo percorso in conseguenza dell’attività incessante sui temi della giustizia che da anni ormai svolge nella Chiesa locale, come dimostrano le ultime due edizioni della Settimana Sociale Diocesana e il progetto “Liberiamo la Speranza”.

Il Progetto Sperimentale è stato avviato il 27 ottobre e si è articolato in quattro incontri, durante i quali i partecipanti hanno potuto apprenderne i principi che, secondo quanto definito da Howard Zher, padre della giustizia riparativa, costituisce “un processo per coinvolgere, nella massima misura possibile, coloro che hanno un interesse in un reato specifico e per identificare e affrontare collettivamente danni, bisogni e obblighi, al fine di guarire e mettere le cose nel modo migliore possibile”. Una giustizia, quindi, che guarda alla persona e che scava fino a giungere al motivo che ha scatenato quel determinato comportamento, individuando nella comunità un importante alleato.

I primi protagonisti del percorso sono stati venti docenti dell’Istituto IISS “A. Righi” di Cerignola i quali, accompagnati dai due operatori del progetto, il dott. Gaetano Panunzio, responsabile del settore Giustizia della Caritas diocesana, e dalla dott.ssa Antonella Sciancalepore, psicologa, hanno potuto apprendere i principi della giustizia riparativa e della mediazione attraverso lezioni frontali, esercitazioni pratiche con role playning e simulazioni di mediazione, senza dimenticare l’esperienza positiva di alcuni ragazzi e ragazze, nonché docenti di un istituto di Tempio Pausania sull’applicazione dei metodi riparativi. In tale prospettiva, considerato il target dei partecipanti, si è fatto particolare riferimento all’ambiente scolastico, alle situazioni che possono verificarsi a scuola nei rapporti che, a vario titolo, possono avere come protagonisti il dirigente scolastico, i docenti, il personale amministrativo, gli alunni e le famiglie. Gli incontri hanno avuto un riscontro molto positivo soprattutto nell’ottica di un cambio di paradigma più orientato all’ascolto, al rispetto e all’empatia con l’altro.