News

Il Vescovo di Cerignola-Ascoli Satriano ai portantini della Madonna di Ripalta.

Carissimi,
nonostante la pioggia, il peso e la strada piena d’acqua, con sacrificio e con amore, avete portato a piedi l’immagine sacra della nostra Regina, debitamente coperta e protetta, per tutto il percorso dal santuario di campagna fino al Duomo. Al termine, benché stanchi ed infreddoliti, mi avete manifestato la vostra gioia e io ne sono stato intimamente commosso.

Così, secondo la tradizione locale, in questo sabato dopo Pasqua, la venerata Icona della Madonna di Ripalta, sorretta dalle vostre braccia e dalle vostre spalle, è tornata al centro della nostra città per continuare a infonderci fiducia e conforto.

Abbiate sempre questa fede, figli carissimi. E cercate di vivere in modo tale che la Madonna sia contenta di voi, come certamente lo è stata oggi! Recitate spesso quella bella “preghiera dei portantini” che esprime i vostri sentimenti e sforzatevi di mettere in pratica ciò che promettete a Maria SS. di Ripalta.

Da parte mia vi rinnovo gli auguri pasquali e vi benedico con affetto paterno.
Il vostro Vescovo
+ Fabio

https://fb.watch/jWOljy3E6V/

 

Attacco di phishing a nome di Mons. Fabio Ciollaro

Si informa che è in atto un tentativo di truffa telematica, attraverso il phishing (invio di mail che richiedono informazioni personali) ai danni del Vescovo Fabio Ciollaro e dei destinatari di falsi messaggi di posta elettronica. È l’ennesimo caso nel giro di pochi giorni dopo le truffe ai danni dell’Arcivescovo di Trani-Bisceglie-Barletta, Mons. Leonardo D’Ascenzo, di Lecce, Mons. Michele Seccia e di Foggia, Mons. Vincenzo Pelvi.

È, di fatto, un tentativo di truffa online ai danni di persone vicine al Vescovo Fabio che da un falso indirizzo di posta elettronica, fatto risalire al suddetto, sono state inviate delle mail a diversi destinatari.

Queste mail sembrano giungere dall’indirizzo di posta elettronica monsenoruffcuria@aol.com che non è in nessun modo collegato a Mons. Vescovo.

L’email inviate a diversi destinatari portano una dicitura simile alla seguente: ”Ciao, Sei disponibile? Ho una richiesta che devi gestire con discrezione. Sarò impegnato in una sessione di preghiera per il resto della giornata, nessuna chiamata, quindi rispondi alla mia email”.

Si raccomanda di non dare seguito alla suddetta richiesta e di cestinare la mail ricevuta.

SÌ, NE SIAMO CERTI: CRISTO È DAVVERO RISORTO – Omelia nel giorno di Pasqua – Duomo di Cerignola, 9 aprile 2023

C’è una certezza che riecheggia nella liturgia di Pasqua.  Riecheggia in molti modi, nelle Letture, nelle orazioni, nei canti. Una certezza affermata esplicitamente nella Sequenza pasquale, cioè nell’antico poema liturgico che è stato cantato poco fa, prima del  Vangelo: Scimus Christum surrexisse  a  mortuis vere.  Sì, ne siamo certi: Cristo è davvero risorto.  Scimus,cioè lo sappiamo. E’ un dato acquisito, un punto fermo. E’ la certezza fondamentale del cristianesimo.  Una certezza umile, perché non proviene da noi, ma dalla realtà. Una certezza umile, perché la proclamiamo senza vani trionfalismi, ma semplicemente per rendere omaggio alla verità.  Se il sole risplende, non è merito nostro dire che c’è.  La verità è forte in se stessa, non in base a chi la riconosce e la   comunica.

Sì, ne siamo certi: Cristo è davvero risorto. 

Questa certezza richiede l’assenso della fede, ma è una fede ragionevole.  Supera la ragione, ma non la contraddice.  Con la ragione, infatti, è possibile rispondere alle obiezioni, che sostanzialmente si riducono sempre a due, e che talora vengono ripetute più per pregiudizio che per ricerca serena della verità.  La resurrezione di Cristo non è un astuto inganno e neppure una suggestione o un’allucinazione. Se  si esaminano i fatti in modo spassionato, si può capire che essi non  stati manipolati, ma semplicemente raccontati. Sussistono piccole divergenze su dettagli secondari, ma concordanza sull’essenziale. Chi vuole studiare seriamente le testimonianze sulla risurrezione, riscontrerà che esse sono molteplici, convergenti e attendibili.  Gli Apostoli stessi erano riluttanti a credere, ma hanno dovuto arrendersi all’evidenza. Erano bloccati dalla paura, e all’improvviso diventano coraggiosi annunciatori della risurrezione. Ne sono talmente sicuri che si giocano la testa per continuare ad annunciarlo: continuano a proclamarlo con franchezza anche a costo di rimetterci la vita, e muoiono martiri proprio per questo.

Afferma l’Apostolo  Paolo : “Vi ho trasmesso dunque, anzitutto, quello che anch’io ho ricevuto: che cioè Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture, fu sepolto ed è risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture (1 Cor 15, 3-4). E lo dice lui, che era stato nemico acerrimo del nascente cristianesimo, accanito persecutore dei primi discepoli di Gesù, ma si era convertito, riconoscendo la verità della resurrezione di Cristo e la stupenda bellezza del Vangelo,  e da allora in poi ne era divenuto instancabile missionario, e in questa fede  era rimasto saldo anche dinanzi al ceppo dove venne decapitato, sulla via di Ostia antica, fuori le mura di Roma.

 Sì, ne siamo certi: Cristo è davvero risorto. 

Questa semplice e nitida certezza  acquisita dagli Apostoli è stata trasmessa ai loro successori, i vescovi.  Così, di generazione in generazione, è giunta intatta fino ai nostri giorni. E l’attuale vescovo di Cerignola-Ascoli Satriano l’ha ricevuta, e da questa Cattedrale umilmente, ma con sicurezza,  la rilancia. Questo è per antonomasia l’ eu-anghellion, il cuore della lieta notizia cristiana. Annuncio felice e  non ingannevole;  annuncio della Pasqua, che ho la gioia di gioia di ripetere a voi oggi, come l’ho rivolto  a tutti nel Messaggio diffuso nei giorni scorsi. Annuncio che esprime anche la mia personale esperienza cristiana:  “Pasqua vuol dire che in fondo al tunnel c’è sempre una luce. Pasqua vuol dire che ogni dolorosa passione alla fine può trovare senso. Pasqua vuol dire che la morte non è l’ultima parola. Pasqua vuol dire che le forze del male, per quanto sembrino potenti, alla fine non prevarranno.” [1]  Amen. Alleluia

+  Fabio  Ciollaro

[1] Messaggio del Vescovo alla città di Cerignola per la Pasqua 2023

O REDEMPTOR, SUME CARMEN – Omelia alla Messa Crismale – 5 aprile 2023

O Redemptor, sume carmen Temet concinentium

O Redentore, accogli l’inno di coloro che cantano a Te

A  Lui, al nostro Redentore, si riferiscono le Letture bibliche che sono state proclamate in questa celebrazione.  E’ Lui l’Unto di Jahvè, preannunciato dal profeta Isaia, inviato a portare il lieto annunzio ai miseri e a fasciare le piaghe dei cuori spezzati.  Di Lui ci ha parlato il libro dell’Apocalisse, ricordandoci che ha fatto di noi un regno, sacerdoti per il suo Dio e Padre.  E’ Lui che nella sinagoga di Nazareth, come abbiamo ascoltato nel vangelo, apre il rotolo, trova il passo dove era scritta l’antica profezia, e con la semplicità e la forza che provengono dalla verità dichiara che quelle parole si sono compiute nella sua persona e nella sua missione sulla terra.

O Redemptor, sume carmen Temet concinentium.

Te-met, proprio Te.  Il rafforzativo evidenzia il vero Protagonista di questa Messa Crismale, il Signore Gesù, Colui che da inizio e porta a compimento la nostra fede. E’ Lui l’Autore dei sacramenti, il Fondatore della Chiesa, il suo Capo, il suo perenne, invisibile centro,  il suo  insostituibile, divino Maestro. A Lui canta con amore la Chiesa sua sposa, diffusa nel mondo intero in comunione con il Papa, e raccolta in questa Cattedrale, intorno al Vescovo, visibile centro di unità della nostra Chiesa diocesana di Cerignola-Ascoli Satriano.

 O Redemptor, sume carmen Temet concinentium.

A  Lui elevate il canto di gratitudine, voi presbiteri, che stasera rinnovate nelle mie mani le promesse della vostra Ordinazione sacerdotale.  Voi più anziani, che ci date esempio di fedeltà; voi sacerdoti più giovani che da poco tempo siete stati  immessi nel solco del sacro ministero, sognato e preparato negli anni del Seminario; e voi, preti in età matura, che siete chiamati ogni giorno a portare il peso delle responsabilità, e che ogni giorno rinnovate il proposito di dedicarvi con generosità al Signore e alla gente. So quali sono le vostre fatiche quotidiane, specialmente in questa fase della storia. So quanto vi contristi l’indifferenza religiosa di molti, ma so anche quale gioia intima vi allieti quando scoprite che, nonostante tutto, anche nella nostra difficile epoca ci sono cuori che si aprono alla grazia di Dio. E lo vado constando anch’io con voi durante la Visita Pastorale.

Coraggio, fratelli miei sacerdoti. Stasera, e ancor più domani, Giovedì Santo, ricordatevi che il Signore vi ha scelto. Ricordatevi il vostro innamoramento per Lui,  quell’innamoramento che si è acceso delicatamente nel vostro cuore, quando   avete percepito la vocazione sacerdotale, sancita poi e autenticata dalla voce della Chiesa. Ricordatevene sempre,  e  andate avanti con questo canto di gratitudine immensa nella vostra anima.

O Redemptor, sume carmen Temet concinentium.

Così cantate  anche voi religiosi e religiose consacrati totalmente a Lui;  voi, diaconi permanenti, chiamati ad aiutare il Vescovo e i presbiteri in vari compiti, e specialmente nel servizio della carità; e voi tutti, figli e figlie di questa nostra diocesi, voi operatori pastorali, che collaborate in tanti modi nelle parrocchie; voi laici adulti che vi sforzate di portare anche nel lavoro e nei vari ambienti che frequentate un po’ del   profumo di Cristo;  voi giovani che non vi lasciate condizionare e volete avere Gesù come  amico.  Inneggiamo tutti a Colui che ci ama.

Tra poco verranno portati all’Altare i nuovi Oli da benedire, l’olio dei catecumeni, l’olio degli infermi e l’olio del sacro Crisma. In quel momento, mentre verranno recati gli Oli,  considerate quanti doni ci ha fatto e ci fa la bontà del Signore, e allora, ognuno di noi con le vibrazioni del proprio cuore,  e tutti insieme all’unisono col Vescovo, cantiamo con riconoscenza e con amore l’inno che la Chiesa pone oggi sulle nostre labbra: O Redemptor, sume carmen Temet concinentium.  Amen, gloria a Te, Signore!

+  Fabio Ciollaro

LA COCAINA O LA PASQUA? – Messaggio del Vescovo alla città di Cerignola per la Pasqua 2023

Possiamo far finta di non capire. Oppure possiamo riflettere con serietà su ciò che avviene e trarne indicazioni pratiche. Sta arrivando la Pasqua, e vogliamo viverla in tutta la sua pienezza. Non possiamo, tuttavia, mettere la testa sotto la sabbia, come gli struzzi. Recenti blitz e molti arresti hanno manifestato ancora una volta che un numero troppo alto di cerignolani vive male. Tra le varie attività della malavita locale prospera il traffico di droga. Cose risapute. C’è un particolare però che non possiamo ignorare: lo spaccio ha tanti clienti qui sul posto, e non si tratta solo di giovani! Sarebbe comodo pensarlo, per scaricare su di loro il problema. Ci sono invece anche i “grandi” e sono di più di quello che ci aspetteremmo. Il consumo di stupefacenti è diffuso anche tra gli adulti. Se c’è tanto spaccio in città, significa che c’è tanta richiesta, anche con modalità più ovattate. I ragazzi vanno senz’altro aiutati, perché cadono per fragilità o per condizionamenti di gruppo. E non mancano a Cerignola tentativi per aiutarli, da parte della Chiesa o di altre agenzie educative. Ma cosa pensare degli adulti che consumano droga? Lo fanno per passare qualche serata “brillante”? O cercano negli stupefacenti un sostegno per affrontare gli impegni e i problemi della vita?

Ecco il punto. Perché anche persone adulte fanno uso di cocaina, marjuana e hashish? Lo so, a noi non mancano le parole quando vogliamo giustificarci a buon mercato. E ci viene facile la frase emblematica: che male c’è? Ma l’auto-assoluzione non lascia serene la coscienza e la vita. Queste sostanze, anche se non portassero danno alla salute fisica (ipotesi molto fantasiosa), certamente arrecano danno alla nostra salute psicologica e spirituale, perché indeboliscono o alterano le nostre facoltà più propriamente umane, cioè l’intelligenza e la volontà.

Che c’entra dunque tutto questo con la Pasqua? C’entra! Perché la fede, quando è autentica, non è “oppio”, ma forza inesauribile. Non è illusione per stordirci e dimenticare i problemi, ma riserva di coraggio e di speranza. Dunque, si tratta di scegliere: la cocaina o la Pasqua?  Pasqua è la certezza che in fondo al tunnel c’è sempre una luce. Pasqua vuol dire che ogni dolorosa passione alla fine può trovare senso. Pasqua vuol dire che la morte non è l’ultima parola. Pasqua vuol dire che le forze del male, per quanto sembrino potenti, alla fine non prevarranno. Proprio per questo a Pasqua tutti siamo invitati a riorientare la nostra vita. Siamo invitati a celebrare con gioia i sacramenti pasquali. Siamo invitati alla Confessione, cioè al riconoscimento sincero delle nostre debolezze, di qualunque tipo. Cadere è umano, ma, se lo vogliamo, il Signore è pronto a risollevarci. La bandiera di Cristo Risorto è speranza per tutti!

Buona Pasqua, città di Cerignola!

Sabato 1° aprile 2023

+ Fabio Ciollaro

Vescovo

 

Don Antonio Aghilar è tornato alla Casa del Padre

La Chiesa di Cerignola – Ascoli Satriano, con il suo pastore mons. Fabio Ciollaro, col vescovo emerito Mons. Felice di Molfetta e con tutto il presbiterio diocesano, si unisce al dolore della comunità parrocchiale di Rocchetta Sant’Antonio e della famiglia Aghilar per la dipartita del confratello sacerdote ANTONIO AGHILAR. La camera ardente è allestita presso la Chiesa “della Maddalena” (vicino alla piazza).
I funerali si svolgeranno venerdì 24 marzo 2023 presso la Chiesa Madre di Rocchetta Sant’Antonio alle ore 16.00.
Si chiedono preghiere di suffragio.