Visita pastorale – cronaca / 7 – Unità pastorale di Carapelle

FATTI PER LA VITA

Una mattinata della Visita a Carapelle

Questa volta la cronaca della Visita vuole soffermarsi su una sola mattinata, e precisamente quella di sabato 14 gennaio. Il programma prevede la presenza del vescovo Fabio, senza intervalli, in ambienti assai diversi. A volte succede. Si concordano gli appuntamenti e gli orari in base alla disponibilità delle persone da incontrare. E così questa mattina inizia con gli studenti dell’unica scuola superiore del paese, un liceo linguistico, sezione staccata dell’Istituto “Olivetti”. La preside è venuta appositamente dalla sede centrale di Orta Nova. Un saluto cordiale a lei, al fiduciario e ad altri docenti nell’atrio d’ingresso, poi si entra nell’aula magna dove sono già in attesa tutti gli studenti. L’incontro, dal punto di vista didattico, è stato preparato benissimo dalla prof.ssa Annarita Di Conza. I ragazzi espongono in sintesi il lavoro preparatorio che hanno svolto su temi di dottrina sociale cristiana e poi partono con una raffica di domande su questi temi, o su problemi giovanili, oppure sulla situazione della Chiesa nel mondo di oggi e su altro ancora. Il vescovo risponde guardando gli occhi di questi ragazzi, affamati di vita più che di discorsi astratti, e perciò diverse volte, prendendo spunto dalle domande, racconta fatti concreti. Gli studenti seguono con attenzione, in certi momenti si vede sono toccati da ciò che si sta dicendo, ma in sala c’è un’aria distesa, non manca qualche piacevole battuta. Un’ora e mezza vola velocemente. Al momento di tornare in classe, passano davanti al vescovo sorridendo, salutano con semplicità, scherzano tra di loro, come tutti i ragazzi del mondo.

Fuori, è pronta l’auto del parroco. In cinque minuti si arriva in un luogo totalmente diverso. Infatti, è fissata per questa stessa mattina la preghiera comunitaria nel cimitero. Si cantano i salmi delle Lodi mattutine per i defunti, ma il vescovo parla della Pasqua, invita i presenti a ravvivare la fede nella risurrezione. Sta piovigginando, eppure i volti non sono rabbuiati. La Pasqua del Signore fa vedere anche il cimitero in modo diverso. Si è fatto quasi mezzogiorno. Di nuovo in auto con don Claudio Barboni, cinque minuti di strada, il vescovo raggiunge il luogo dell’ultimo appuntamento della mattinata e si ritrova negli ambienti luminosi e colorati della scuola dell’infanzia “Fantasylandia” con tanti bambini che lo accolgono festosi. Nella sala più ampia quelli più grandi cantano, danzano, battono le mani, circondano vivaci e senza alcuna soggezione l’insolito visitatore, le maestre sono felici, lo portano a salutare anche i piccolissimi da 1 a 3 anni in un’altra saletta coloratissima.

Ma come si può passare nella stessa mattinata, quasi senza prendere fiato, in ambienti così contrastanti? Sembrerebbe impossibile. Invece si può, con naturalezza e senza contraddizione. Si può, perché il cristianesimo, in qualunque ambiente, ci ricorda che siamo fatti per la vita. Ci fa apprezzare il dono della vita terrena in tutte le sue fasi. Ci rende sicuri anche dell’altra vita. Ci parla della vita che non muore. Ci apre alla speranza in ogni situazione.

Carapelle, 14 gennaio 2023

Il cronista